B/f: Lazùr-Indomita 39-41

È notte fonda per la Lazur. La squadra catanese perde di due punti contro l’Indomita di Catanzaro nel giorno in cui si ritrova in campo senza la sua allenatrice Valeria Puglisi, sostituita da coach Gianni Catanzaro.

Dal punto cui si è arrivate si può solo risalire. Per un giorno abbandoniamo tabellini e trasformiamo la cronaca in riflessione perche è solo a questa che si deve doverosamente dedicare qualche minuto. Domenica è stato indubbiamente triste e sconfortante assistere ad una partita come quella persa dalla squadra catanese. Era evidente la rabbia di molti nel veder le proprie giocatrici non lottare per un intero lungo terzo quarto, per cercare di mettere “un break” minimo utile a battere la poco motivata Indomita. Se le ragazze avessero messo la metà della grinta con cui sono state sostenute dal pubblico la vittoria, non si scherza, sarebbe stata certa.

Ma si è vista una squadra confusa, con evidenti carenze nel gioco e che si è arresa al cambio dell’inerzia, scoraggiata anche, ed è spiacevole dirlo, da cambi che sarebbero stati utili solo a giochi più equilibrati. Apparentemente il nesso non c’è, ma chi vive in “casa Lazur” sa che domenica la squadra è stata svantaggiata anche dalla linea societaria di quest’anno, che si spera sia solo provvisoriamente “appannata” dall’idea di “transitorietà” con cui si è scelto di definire la stagione che si sta portando avanti. Periodo di attesa al prossimo anno che a questo punto ci si aspetta venga ricondotto su criteri di reali e lucidi principi cestitici.

In attesa di questo “ritorno” che è doveroso garantire non solo a tutte/i coloro che vivono e sentono la pallacanestro come una parte importante di loro stessi, si è certi che la Lazur come squadra, gruppo forte e consapevole dei propri obiettivi, saprà fare quadrato attorno a se stessa e trovare la forza e tutta la volontà necessaria per continuare a lottare in questo campionato con dignità, senza nascondere il desiderio di credere ancora in un posto nei play off!

Non è solo un augurio ma una speranza cui tutti gli amanti di questo sport devono credere.

Chiara Borzì