C Dil.: Unifarmed-Upea 74-85

PalaTenda pieno… Differenza di valori non così netta… Grasso stoico, Saccà stoppatore… Un divario mai superiore ai 20 punti… Albertinazzi e Moccia topscorer…

Unifarmed- Upea 74-85
PalaTenda di Adrano, 17 gennaio, 18:00

Unifarmed Adrano: Sortino 12, Russo ne, Verderosa 8, De Masi 6, Bonaiuto 10, Belli 9, Famà 2, Grasso 6, A. Saccà 21, Bascetta ne. All.: Bordieri.
Upea Capo d’Orlando: Antinori 3, Di Lauro 5, Brunetti 6, Aimaretti 2, Moccia 17, Albertinazzi 24, Costantino 15, Milone 11, Vasile 2, Crisà ne. All.: Condello.
Arbitri: Travia e Conti.
Parziali: 13-21, 23-21, 16-21, 22-22.

La tribuna del PalaTenda è pienissima: da un lato, l’Armata Bianconera sostiene i propri beniamini con cori e tamburi, ma espone anche uno striscione per esprimere l’amarezza per una stagione finora sfortunata e con poche soddisfazioni; dall’altro, i tifosi dell’Orlandina si fanno sentire per sostenere i biancazzurri, giunti alla quindicesima vittoria su sedici partite e ormai in volo verso la B Dilettanti. Tra gli altri, sicuramente qualcuno si sarà chiesto com’è possibile che 24 punti in classifica separino le due formazioni. La differenza di valori c’è, ma certamente non così netta.

Non che l’Upea abbia rischiato qualcosa. L’Unifarmed si porta in vantaggio solo due volte durante tutta la gara: di un punto e nei primi cinque minuti. Poi i paladini sorpassano con un parzialino di 4-13 e gestiscono un margine che non supera mai i venti punti e si restringe al massimo fino al +5. Ma l’impegno profuso è stato encomiabile: uno stoico Maurizio Grasso rimane in campo tutta la gara e si occupa degli immensi lunghi avversari. Insieme allo stoppatore Alessandro Saccà è lui l’arma in più per limitare il gioco d’attacco orlandino, in una difesa che spende falli ingenui (ad esempio Verderosa – buona visione di gioco e qualche passaggio da applausi – raggiunge con troppa fretta i tre personali).

Ma c’è poco da fare quando Pablo Albertinazzi, play dalle mani buone, realizza 24 punti e Carmine Moccia ne realizza 17 prevalentemente da tre. In attacco, poi, le scelte adranite non sono sempre limpide, spesso la difesa orlandina sporca i tiri o costringe a forzare le azioni. A quel punto c’è poco da fare. Bordieri riesce a mettere le pezze e la squadra risponde non mollando mai, giocando ad armi impari ma con lucidità. E il -11 finale può essere considerato quasi un premio. In attesa di tempi migliori.

Roberto Quartarone

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