«Paternò, siamo pronti dopo il miracolo»
Enrico Famà e la via per la finale, piena di successi

Il capitano: «Abbiamo preso coscienza dei mezzi, ora ci divertiamo»… Un inspiegabile silenzio all’ultimo mercato… «Nessuno presagiva tanto»… «Affronteremo la finale con grande serenità, Gravina è più quotata»…

La stagione di Enrico Famà è una risposta con vari punti esclamativi a un 2010 totalmente da dimenticare. L’ala paternese è tornata alla base dopo alcuni anni di peregrinazioni con alterne fortune: tante promesse e qualche buona soddisfazione con i rossazzurri della Virtus Catania, molti successi e un finale amaro con lo Sporting Club Adrano. In mezzo, due esperienze da allenatore senior, con la promozione in Serie D del suo Paternò (in coppia con Giovanni Rao) e un finale in crescendo dello scorso campionato di Promozione con le riserve biancorosse. Quest’anno ha mietuto successi: capocannoniere assoluto del girone B (a noi risulta una media di 18,25 punti in 25 partite documentabili), capitano, miglior giocatore della squadra rivelazione, una finale conquistata buttando fuori gli imbattibili gaddini.

Questa intervista è frutto di una discussione che abbiamo iniziato in gennaio. Ricordavamo della scorsa estate, quando la squadra non sembrava potesse andar oltre una tranquilla salvezza.
«È successo che abbiamo preso coscienza dei nostri mezzi, abbiamo capito che possiamo giocarcela contro tutti. Ne abbiamo parlato spesso in squadra, è merito di chi è quasi esordiente nella categoria, come Walter Fiorito, Tommaso Rao e Fabrizio Lo Faro, sono cresciuti tantissimo. Ci stiamo divertendo e con Maurizio Grasso abbiamo ottenuto quel qualcosa in più per poter essere una mina vagante ai play-off».

Una buona fetta del merito di questa strepitosa stagione va ovviamente al miglior marcatore, quest’anno dieci volte sopra quota venti e 31 punti nella retina dell’Augusta.
«Segnare tanto ha senso quando si vince – puntualizza – ma quando si perde significa solo che ti sei mangiato dei palloni senza motivo. I ragazzi più giovani si sono messi a disposizione di quelli più grandi, dando prova di grande umiltà. Questo atteggiamento sta pagando e tutti ne siamo entusiasti!»

È inspiegabile il silenzio del mercato per un giocatore che viene da due anni di Serie C Dilettanti e che anni prima era una grande promessa che si affacciava alla Serie B2.
«Con la Virtus Catania sono stati due anni molto intensi che ho vissuto cercando di migliorarmi il più possibile… Ero molto giovane e avevo giornalmente di fronte gente come Maran, Gottini, Babetto e tanti altri “giocatoroni”. Dopo il primo anno passato tra panchina e tribuna senza giocare neanche un secondo, ho vissuto un secondo anno molto bello. Coach Genovese aveva molta fiducia in me e riuscivo a portare il mio mattoncino dando un po’ di riposo ai più grandi e in alcune partite riuscivo a mettere anche qualche punticino che risultava molto utile alla squadra. Quell’anno ho consolidato molte amicizie che mi hanno fatto crescere come uomo e come giocatore. Il terzo anno doveva essere la mia consacrazione ma per alcune incomprensioni con il nuovo coach ho deciso di cambiare aria e grazie a Gianfranco Morelli e Vincenzo Castiglione sono approdato ad Adrano. Sono rimasto lì tre anni e mezzo e quest’esperienza mi ha permesso di completare il mio processo di maturazione. Abbiamo conquistato la C1, poi purtroppo per problemi fisici non ho potuto esprimermi nel migliore dei modi. Infine lo scorso anno è finito tutto mio malgrado, con le vicende a dir poco vergognose che tutti sanno. Dopo l’intervento al calcagno e al tendine d’Achille mi ritrovo quest’estate senza ricevere una sola offerta da squadre di C2 né tantomeno da squadre di C1 e per questo decido di tornare in Serie D a Paternò, che successivamente viene ripescata».

Ora quali sono le tue sensazioni?
«Qui ho ritrovato la mia ottimale condizione fisica inserito in un ambiente di amici e persone a me molto care fin dall’infanzia e ai miei ex compagni di avventure di Adrano (Castiglione, Duscio e Grasso). È stato l’anno del riscatto, dopo tante ingiustizie subite, dalla chiusura del rapporto con Adrano al fatto di non essere stato cercato da nessuna squadra quest’estate. Sono felicissimo che questo mio ritorno come giocatore sia avvenuto proprio a casa mia».

Il campionato è stata una lunga corsa appassionante, in cui i biancorossi hanno tentato (invano) l’assalto al quarto posto, ma si sono comunque guadagnati un grande quinto posto, storico e meritato.
«Nessuno presagiva tanto. Le aspettative della società e di tutti noi erano quelle di salvarci, ma dopo un ottimo girone di andata speravamo di qualificarci per i play-off e con l’arrivo di Grasso il compito ci sembrava più agevole. Speravamo di affrontare la Mia Messina da quarti, ma siamo arrivati quinti riuscendo a evitare la rimonta di Santa Croce Camerina, che mi ha impressionato positivamente, e Mascalucia, che non sembrava poter ambire ai play-off e ha stupito tutti. Credevamo quindi che la conquista della semifinale era alla nostra portata: la serie con la Mia Messina è stata durissima ma la vittoria dopo 3 gare sofferte ci ha dato la consapevolezza di non essere secondi a nessuno soprattutto perché l’abbiamo ottenuta giocando da vera squadra».

La serie della consacrazione è stata la semifinale.
«Nell’incontrare il Gad Etna sapevamo di avere un ostacolo molto arduo da superare, ma sapevamo delle nostre capacità. Abbiamo fatto un’impresa al PalaCus, un miracolo sportivo durato quaranta minuti, con pallacanestro di alto livello e ciò ci ha dato la sicurezza e la consapevolezza di avere ottime chance di vincere davanti al nostro pubblico. Con serenità abbiamo affrontato questa gara e a mio modo di vedere abbiamo vinto in maniera netta nonostante il distacco finale minimo, anche grazie a una carica in più data dal nostro caloroso pubblico. Vedere 500 persone al palazzetto è segno che la società e la squadra ha lavorato bene per ottenere questo successo».

Adesso Gravina…
«È una squadra più quotata di noi, giocheremo con serenità le nostre partite con la consapevolezza che quello che abbiamo fatto non ce lo toglierà nessuno, ma non per questo ci sentiamo sazi, una finale è una finale!»

L’appuntamento per gara-1 è per domenica 15 alle 18 al Pala Arcidiacono: Sport Club Gravina – Basket Club Paternò, chi vince due partite su tre l’anno prossimo disputerà la Serie C Dilettanti.

Roberto Quartarone