Il Gravina perde un altro scontro diretto
San Filippo piazza l’ultimo break e vince

Cocuzza vince al tiro da tre e con tre tremendi break… Gravina, non ci sono attenuanti… Gianluca Barbera, l’unico con il cuore… Romeo: «Vittoria rocambolesca, purtroppo non c’è il pareggio»…

Gravina-Cocuzza 52-54
Parziali:
  14-14, 13-14, 11-13, 14-13.
Sport Club Gravina: Vitale 5, Gulinello 12, Consoli 6, Casiraghi 15, Gianluca Barbera 1, Vetrano 3, Caltabiano, Paglia ne, Musumeci ne, Verzì 10. All.: Minnella.
Peppino Cocuzza San Filippo: Giuseppe Barbera 8, Coppolino 7, Vento, Graciotti 10, Mobilia 7, Caula 6, Catanesi 3, Gritti 6, Cassisi 3, Sgrò 4. All.: Romeo.
Arbitri: Sposato e Fontanella Molea.

Il Cocuzza si gode la festa della ventina di supporter giunti al seguito: ha espugnato il PalaArcidiacono, ha vinto il secondo scontro diretto e ora può guardare con fiducia all’altra trasferta etnea contro Paternò. Dall’altra parte, il Gravina fa troppi errori e ha ben poche attenuanti. Si potrebbe dire che mancava Gigi Russo? Ma il Cocuzza non è certo una squadra di watussi. La verità è che alla squadra manca la capacità di piazzare un break che gli faccia vivere con tranquillità qualche minuto, si trova sempre punto a punto ma quando dovrebbe mettere la freccia si ferma inspiegabilmente.

La squadra di Romeo vince la partita su due piani: è molto più precisa da tre (7/17 contro 3/16) e si anima a momenti, trovando vari spunti di grande intensità che consentono quei break che mancano ai ragazzi di Minnella. Non sono spettacolari, i peloritani, né fanno qualcosa di trascendentale, ma giocano di squadra e sono giovani e motivati. Sono almeno tre le strisce salienti che portano i due punti finali: Cassisi, Giuseppe Barbera e Catanesi ribaltano il punteggio da 10-6 a 10-14, poi Graciotti, Gritti e Mobilia dal 22-20 al 22-28, infine ancora Graciotti e Gritti mettono due triple e passano dal 47-45 al 47-51.

Gravina recupera sempre, meno che dopo quest’ultima rimonta, ma con fatica, sbagliando tanto, con infrazioni di passi, palle perse, tiri forzati. Come alla fine, quando Verzì e Gianluca Barbera sbagliano da sotto. Quest’ultimo è l’unico che sembra metterci cuore: le statistiche sono contro di lui (0/7 al tiro, ad esempio), ma si tuffa e si danna l’anima, prende otto rimbalzi, recupera tre palloni. Manca, e si vede, il tiro da tre di Casiraghi, manca più concretezza a Verzì (che pure recupera 16 rimbalzi), manca la fantasia di Consoli. Dall’altra parte, il lungo atipico Graciotti prende 10 rimbalzi, ma si fa trovare spesso da post alto e mette anche una tripla decisiva per l’ultimo sorpasso.

«Abbiamo vinto in maniera rocambolesca – spiega un sorridente coach Romeo – ed eravamo pure riusciti a perdere la partita. Lo 0/3 finale di liberi poteva costar caro, come a Canicattì dove abbiamo fatto 0/4 negli ultimi 30”. Questa è l’inesperienza dei ragazzi, ma preferisco i giovani a chi in campo non dà quanto deve. Arriveremo a fare 4/4, intanto era importante vincere, mi dispiace per l’amico Carmelo Minnella, ma purtroppo non c’è il pareggio». L’allenatore dei gravinesi preferisce non parlare: un altro scontro diretto è perso e ora la situazione inizia a farsi pesante, una vittoria in cinque giornate non è abbastanza.

Roberto Quartarone