Guerri: «Rainbow-Olympia, stesso orgoglio»

Intervista alla playmaker del ’94… «Salvo Coppa e Sofia Vinci: devo tutto a loro»… «Ci vuole equilibrio fino all’ultima sirena»… «Essere seguita dai miei genitori e da mio fratello è un onore»…
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Giorgia Guerri durante la partita di andata (foto Fabiana Amodeo)
Giorgia Guerri durante la partita di andata contro Viterbo (foto Fabiana Amodeo)

1) Playmaker del 1994, 167 centimetri di talento: nel tuo caso, cestista si nasce o si diventa?
Credo che cestisti nel vero senso della parola, si diventi! Ma fondamentale è avere dalla nascita una predisposizione per la forza mentale, l’altruismo e il sacrificio. Dopodiché basta una squadra, duri allenamenti e un bravo allenatore.

2 ) Sulla tua strada ti sei trovata professionisti del calibro di Salvo Coppa e Sofia Vinci, che hanno visto lungo con te, “pescandoti” in un’amichevole contro Priolo, quando indossavi la maglia del minibasket Avola. Quanto devi a loro per averti portato sulla “strada a spicchi”?
Penso che devo tutto a due personaggi così importanti per la pallacanestro italiana che io personalmente ho avuto la fortuna di avere prima di tutto come punti di riferimento per la mia crescita e poi come allenatori. Salvo é stato la mia bussola per orientarmi in un universo del tutto nuovo e imprevedibile e ancora oggi vivo di rendita e di ricordi di quello che mi ha insegnato e delle esperienze vissute assieme.

3) Sei entrata a far parte della pallacanestro che conta sin da giovanissima. Oltre agli allenamenti con la serie A1 di Priolo, hai partecipato al campionato con la Troyglos nell’ anno 2012-2013. Quanto ti ha fatto crescere quest’esperienza,  mettendoti a confronto con le più forti giocatrici della serie A nazionale?
Dal mio punto di vista è sempre stato un premio, quasi un regalo avere la possibilità di allenarmi con l’A1 e con gente di un certo spessore. Nonostante il timore e la preoccupazione di non essere mai all’altezza, ho imparato e testato che dando il massim,o prima o poi i sacrifici saranno ripagati, e così nella stagione 2012/2013, ho disputato il campionato di A1 con Priolo. Giocare si fa per dire, visto che il campo lo toccavo a stento, ma è proprio qui che sta il segreto. Non ho avuto modo di fare grande esperienza sul parquet, ma ho imparato dalle “grandi” che se non si onora la panchina, non si potrà mai amare il campo.

4) Andiamo al presente. La tua maglia è rossoblu e sei il playmaker sia dell’ Olympia in A2, sia della Rainbow Catania  in serie B. Emozioni diverse, ma…
L’emozione che si prova quando si tocca il parquet o si buca la retina è sempre la stessa. Sono già affezionata alla maglia quindi nessun “ma” . Stesso cuore, stesso orgoglio.

5) Se ti dico convocazione in Nazionale, tu che mi dici?
Ho partecipato ad un raduno tempo fa, ma per adesso la nazionale resta solo un ricordo. Non punto ad essere tra le 10 under migliori d’Italia, preferisco che la mia squadra il prossimo anno sia nella classifica della massima serie“.

6) Quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare. Sabato a Vigarano parte sul campo la Poule Promozione per l Olympia. Poi altra trasferta sul duro campo del Broni Bologna. Quali sono gli elementi fondamentali per aver il giusto approccio con due partite importanti come queste?
Credo che l’importante sia lottare d’istinto in difesa cercando di subire meno punti possibile e non voler strafare in attacco. Le partite si vincono passo dopo passo, pallone dopo pallone. Ci vuole equilibrio fino all’ultimo suono della sirena.

7) Basandoti sull’ attuale situazione, dove vedi l’ Olympia Catania alla fine di questa fase intermedia?
Non voglio esagerare con progetti e aspettative, ma credo che trovando la giusta intesa, potremmo andare anche molto avanti e se così non dovesse essere, spero di poter uscire dal campo sempre a testa alta.

8) Le partite si vincono in difesa e tu sei sempre stata una grande lottatrice. Un tuo pregio in campo e un difetto che riconosci dover migliorare?
“Un mio pregio è la dedizione al sacrificio e l’amore per la difesa. Un mio difetto credo sia di non essere molto ordinata nella gestione del gioco come un vero e proprio playmaker.”

9) Se il basket fosse un cibo, a quale lo paragoneresti?
Essenziale come il pane e l’acqua, ma anche molto raffinato e galvanizzante come caviale e champagne.

10) Hai per tua fortuna, come primi tifosi, due genitori molto presenti e dediti alla tua esperienza. Quanto conta per te poter condividere la tua passione,  partita dopo partita?
È un orgoglio per me essere sempre seguita dai miei genitori e da mio fratello, che seppur a distanza, riesce sempre a seguirmi. Sono loro i miei primi tifosi e questo è il termine giusto per definire la loro presenza nella mia vita cestistica. Non si sono mai permessi di entrare in questioni tecniche o criticare il mio operato. Presenti solo e sempre per sostenere e applaudire oltre il risultato.”

Addetto stampa
Maria Luisa Lanzerotti
Olympia 68 Catania

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