L’amore tra Giuliana La Manna e il basket

L’ala grande dell’Olympia si racconta… Dallo stop forzato all’esordio in A2… «Realizzo di essere all’altezza e che non posso far a meno del basket»… «Marzia Ferlito, un punto di riferimento»…

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Giuliana La Manna (foto Fabiana Amodeo)
Giuliana La Manna (foto Fabiana Amodeo)

Campionessa d’Italia Under 15  e promessa Nazionale, cresciuta nella Lazur Catania, per poi passare nel 2010 alla Rainbow del presidente Dott. Fabio Ferlito, anche attuale Presidente dell’Olympia, in tandem con l’Avv. Pasquale Melissari. Rainbow nella quale sei stata protagonista indiscussa sia in B, che nell’Under 19. Adesso fai parte del basket che conta in A2, proprio con l’Olympia 68. Che differenza c’è tra la Giuliana di adesso e la Giuliana di inizio carriera?

«Sono state tante le esperienze vissute in questi anni; è stato un percorso difficile, con tanti cambiamenti, con tante esperienze negative e positive che mi hanno lasciato qualcosa. Mi hanno fatta crescere…ogni gioia e ogni dolore mi hanno fatto amare sempre più questo sport. Credo che la Giuliana di inizio carriera fosse una persona molto insicura, mentre quella di adesso sta realizzando di essere all’altezza, sta maturando l’ idea sempre di più,  che del basket non ne possa fare a meno».

Per motivi che non stiamo qui a ricordare perché fanno parte del passato, sei stata costretta ad una lunga pausa dall’attività agonistica di quasi due anni. Al tuo ritorno hai dichiarato di avere grande voglia di riscatto: l’hai ottenuto finalmente?

«Quell’anno di pausa forzata mi ha distrutto. Ho capito davvero che senza la palla a spicchi il cuore fa male. Il riscatto? Lo ottengo ogni giorno da quando sono rientrata in campo!»

Sei protagonista di due realtà catanesi, l’Olympia di A2 e la Rainbow di serie B, che lottano per lo stesso obiettivo, la promozione: quanta fame hai di vittoria e che significa per un’amante del basket come te, avere la possibilità di vivere entrambe i campionati, dalla parte più alta della classifica?

«Quest’anno l’A2 per me è stato un grande salto di qualità, avendo sempre militato nel campionato di serie B. Poter giocare in entrambe le squadre per me è gratificante e di grande importanza per quanto riguarda la mia crescita, la sicurezza che acquisisco, confrontandomi con giocatrici più forti di me mi permette di essere un punto di riferimento per le mie compagne di squadra della Serie B. Stiamo riuscendo ad ottenere ottimi risultati in entrambe le realtà grazie all’amore e alla dedizione e sopratutto alla fame di vittoria».

Il basket è uno stile di vita. In che percentuale lo è nella tua e cosa vedi oltre la palla a spicchi?

«Il basket ti riempie le giornate. Questo sport ce l’hai dentro da quando l’hai incontrato per la prima volta all’età di sette anni e te ne sei innamorata, per i mille valori che ti insegna, perché ti fortifica, ti rende migliore».

L’Olympia sta lottando a testa alta nella Poule Promozione, prendendosi anche delle belle soddisfazioni, come l’ultima vittoria con il Broni. Cosa significa da un punto di vista agonistico ed emotivo vincere al cardiopalma dopo due tempi supplementari in trasferta?

«Non mi era mai capitato di vivere una vittoria come quella di Broni domenica, è stato assurdo. Il pareggio all’ultimo secondo, i due tempi supplementari, un’emozione indescrivibile. Queste esperienze ti regalano la consapevolezza che le partite di basket sono imprevedibili, bisogna giocarsela con il cuore fino all’ultimo secondo!»

Finalmente sabato si torna a giocare in casa al PalaCatania, una fondamentale partita contro Bologna, dove è d’obbligo la vittoria. Quanto conta in questa fase del campionato il fattore campo?

«Tantissimo secondo me, anzi non vorrei esagerare, ma il fatto di essere a casa, nel tuo campo, davanti al tuo pubblico e davanti agli occhi delle persone che ami, è una carica in più, sempre! Per non parlare del fattore squadra, indispensabile. E’ il quid che ti fa vincere le partite».

Che importanza dai ai colori della tua maglia: quanto ti motiva portare in giro per l’Italia i colori della città dell’elefante con il numero 14?

«Io, il mio 14 e la maglia rossa e blu in giro per l’Italia…amo Catania, amo giocare il basket a Catania e ne sono orgogliosa».

Qual è la posizione in campo in cui ti senti assolutamente centrata e nella quale ti riconosci in pieno?

«Sono cresciuta sempre come un 4 e credo proprio di esserlo, anzi, ne sono sicura. Nonostante qualcuno pensi che non sia quella la mia posizione/ruolo, ma piuttosto un 3».

Qual è il tuo sogno a spicchi nel cassetto?

«Non ho un sogno ben preciso, ho la certezza di amare questo sport con tutta me stessa e l’amore vero è eterno e ti spinge a dare,dare,dare. Quindi, posso arrivare lontano».

Quest’anno stai avendo la possibilità di giocare con compagne di un’altra generazione cestistica rispetto alla tua e d’esperienza, del calibro di Seino e Buzzanca, e di certo questo per te è un grande stimolo ed un esempio da seguire. Ma tra le “grandi” c’è una tua compagna in particolare e amica da sempre, Marzia Ferlito. Cosa significa condividere l’Olympia con lei?

«E’ un privilegio avere delle personalità cestistiche del calibro di Mara e Tania. Mi stanno insegnando tanto in campo ogni giorno. Mi spiegano e insegnano tante cose e fuori dal campo, mi fanno morire dalle risate! Ma sopra tutti Marzia Ferlito è il mio punto di riferimento. Mi ha insegnato ad amare la pallacanestro ed è tra le persone che più mi stanno vicina nella mia vita e vi posso assicurare che è il più grande esempio da seguire per quanto riguarda amore, dedizione e spirito di sacrificio per la squadra. Averla avuta accanto in questa mia prima esperienza in Serie A è stato di fondamentale importanza e una gioia immensa».

Addetto Stampa
Maria Luisa Lanzerotti
Olympia Catania

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