Acireale, tutti i perché del passo indietro

Il presidente Panebianco spiega i motivi della rinuncia alla Serie C… Oltre al nodo PalaVolcan: «Qual è il progetto a lungo termine della FIP nazionale sulla Serie C?»…

Acireale fa un passo indietro, il primo in oltre trent’anni di storia. L’anno prossimo la Serie C non vedrà tra le partecipanti i granata, che rinunciano alla categoria conquistata sul campo nel 2008 e in cui hanno raggiunto i migliori risultati della propria storia, arrivando due volte in finale play-off e fermandosi contro Trapani e CUS Messina. «È una decisione difficile, ma sono due i fattori che ci hanno costretto a scegliere questa via – spiega il presidente Paolo Panebianco: l’assenza di un campo di casa e i dubbi legati al campionato di Serie C».

Il 5 novembre 2014 una tromba d’aria ha danneggiato gravemente il tetto del PalaSport di corso Italia: nove mesi dopo, la gestazione della delibera che sblocca i lavori di manutenzione (e di verifica di eventuali altri danni dovuti alle infiltrazioni) non ha partorito alcunché. Se anche la burocrazia dovesse essere superata in tempi brevi, per avere di nuovo il PalaVolcan si dovrebbe aspettare fine anno, se non gennaio 2016: un’eternità.

«Lo scorso anno – prosegue Panebianco – abbiamo disputato un buon campionato, pur avendo concluso senza senior in squadra e facendo esordire molti Under-17, ma abbiamo dovuto chiedere ospitalità al Cus Catania e al Leonardo da Vinci. La prossima stagione già partiamo con la consapevolezza di non poter nemmeno tornare alla palestra del liceo Archimede o al PalaTupparello, dovremo proseguire al Leonardo. Senza un campo di casa, dunque, è impensabile di disputare un altro anno di Serie C».

Aver tenuto testa e perso solo negli ultimi secondi contro Cefalù, Costa d’Orlando e Vis Reggio Calabria, le tre squadre che hanno preso parte ai concentramenti promozione, e aver vinto nettamente a Patti e Siracusa sono alcuni degli highlight dell’ultima annata. Saranno ricordate anche le conferme di Alberto Marzo e Riccardo Arcidiacono, i minuti concessi a Daniel Arena, Luciano Abramo (che tornano al Cus Catania) e Andrea Patanè, lo spazio dedicato a Mirko Maric, Kevin Cusenza e Luigi Ferrara, oltre all’esordio dei vari Massimino, Panebianco, Cerame, Pulvirenti e Gulisano.

«Partiremo da questi ultimi – prosegue Panebianco –: abbiamo fatto richiesta d’ammissione in Serie D, dopo l’iscrizione in Promozione. Sarà una squadra basata sugli Under-18 (che non iscriveremo al campionato giovanile d’Eccellenza), quasi sicuramente ancora allenata da Peppe Foti, per prepararli alle serie superiori».

Altra questione sul piatto è la formula del prossimo campionato di Serie C Silver: il torneo che ha inglobato le ex C nazionale e C regionale, nei piani, conterà su 16 squadre, una o due ammesse agli spareggi per la B e quattro retrocessioni. «Non vedo chiarezza – prosegue il presidente –, non capisco quale sia il progetto a lungo termine della FIP nazionale con questo nuovo sdoppiamento Gold/Silver (non attivo in Sicilia, dove c’è solo la Silver), né mi pare che il livello aumenterà considerando le tante retrocessioni e la difficile e onerosa lotta per gli spareggi; inoltre la possibilità di avere due stranieri non fa guardare al vivaio. Forse avremmo proseguito se avessimo avuto un’Under-19 pronta per giocare titolare».

Si torna indietro di 20 anni sulla Timpa: nel 1994 i granata avevano lasciato la D per fare la spola tra C1 e C2, ora tornano in quel campionato. L’annuncio arriva inoltre quattro anni dopo l’inizio del progetto che creò sinergie tra le migliori società locali, con l’AciBasket capofila. Tuttora Cus Catania, Polisportiva Alfa e molte squadre giovanili dell’hinterland acese ne sono parte, le collaborazioni continueranno, ma con una prospettiva diversa: è il Cus la società di vertice, in Serie C. La dirigenza acese infine continuerà nei suoi progetti, anche se una serie più giù, e l’importante è non aver gettato la spugna: il progetto è tornare in alto ma con altre basi e con un vero campo di casa.

Roberto Quartarone
da La Sicilia

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