Andrea Patanè, la più grande sorpresa della D

La guardia acese ha chiuso la prima stagione da capitano e leader dell’AciBasket… «L’amicizia con A. Marzo, le responsabilità di quest’anno, il lavoro di crescita continua»…

Andrea Patanè in Acireale-Cosenza, nell'ultimo anno di C1 (foto R. Quartarone)
Andrea Patanè in Acireale-Cosenza, nell’ultimo anno di C1 (foto R. Quartarone)

È stato Andrea Patanè il giocatore più sorprendente del Girone Est di Serie D. Guardia, classe 1995, cresciuto con la maglia granata dell’AciBasket, ha saputo sfruttare al meglio la grande occasione del passo indietro acese, rivestendo il ruolo di capitano nel quintetto più giovane della D e giocatore più autorevole e prolifico in mezzo agli Under-18, poi affiancato dalla classe di Bryant Inoa Piantini. La sua stagione da leader si è chiusa con 260 punti in 16 partite, con 31 punti contro Tremestieri che rappresentano la sua miglior prestazione da senior.

Non è che abbia mai avuto molto spazio in passato: in pochi hanno creduto in Patanè. Campione provinciale U-15 nel 2010 (di quella squadra è l’unico superstite con Daniele Ricca), è stato per un triennio in doppio tesseramento con il Cus Catania, giocando peraltro molto poco in C2 (5 presenze e 9 punti il secondo anno, 3 presenze e 13 punti il terzo). In C1, con Acireale, si è fatto vedere per tre stagioni, con molto più spazio nell’ultima annata (in totale, 33 partite e 94 punti).

Patanè e Ricca ai tempi dell'Under-15
Patanè e Ricca ai tempi dell’Under-15

«Durante gli anni in cui facevo parte della squadra di C1 ho avuto l’opportunità di allenarmi con professionisti di questo sport – spiega lui –, e questo mi ha aiutato a crescere sia da un punto di vista tecnico che tattico, nonostante non trovassi molto spazio durante i primi anni. Non posso dimenticare il bel rapporto stretto con Alberto Marzo, tra l’altro capitano della squadra l’anno scorso, che più di tutti mi capiva e mi incentivava sempre a dare il meglio: per me è stato un vero esempio da seguire, in campo e fuori, durante tutti gli anni della permanenza nella categoria superiore».

Ricca porta un blocco su Patanè, De Masi si libera (foto R. Quartarone)
Patanè marcato da De Masi in Acireale-Adrano (foto R. Quartarone)

Sono stati dunque anni di apprendistato e di sacrificio, che hanno trovato le loro soddisfazioni quest’anno. «Sicuramente quest’anno il mio ruolo all’interno della squadra ha subito un profondo cambiamento – prosegue Andrea, studente di medicina –, in quanto è stato sostanzialmente ribaltato: negli anni precedenti ero sempre stato uno dei più piccoli del gruppo e adesso dovevo ricoprire il ruolo di senior e capitano della squadra. Il coach però è stato chiaro con me sin dal primo giorno e mi ha aiutato a comprendere al meglio i miei nuovi compiti: se da un lato mi sono state affidate numerose responsabilità, dall’altro ho avuto la possibilità di giocare con più libertà e tranquillità. È stata una situazione molto stimolante per me e ciò mi ha spinto continuamente a mettere il massimo impegno ed entusiasmo durante gli allenamenti e le partite».

La copertina di Acireale-Mascalucia
La copertina di Acireale-Mascalucia

Appunto gli stimoli sono stati l’arma in più della formazione allenata da Peppe Foti. Con una filosofia diversa rispetto al passato (da società di vertice della provincia per anni in C1, a vetrina per giovani talenti in D), la motivazione era la salvezza con una speranza d’accesso ai play-off, coltivata fino in fondo. «Il progetto della squadra è stato chiaro sin dall’inizio: la società ha scommesso su giocatori giovani del proprio vivaio, ed è proprio da qui che ha deciso di ripartire. Siamo dunque nati con un’identità ben precisa, e credo che sia stato proprio questo il nostro punto di forza – prosegue Patanè –. Abbiamo adattato il nostro gioco alle caratteristiche dei componenti della squadra e, nonostante soffrissimo di un evidente deficit fisico, abbiamo dimostrato di poter dare filo da torcere a numerose avversarie. L’arrivo di Bryant ha portato alla squadra esattamente quelle qualità che un po’ ci mancavano: fisicità, duttilità e punti nelle mani. Abbiamo trovato presto il nostro equilibrio e siamo riusciti a esprimerci al meglio; per tutti questi motivi fino all’ultimo minuto abbiamo giocato per arrivare ai playoff, che sarebbe stato un traguardo gratificante per tutti».

La copertina della partita d'andata contro l'Alfa (foto U. Pioletti)
La copertina della partita d’andata contro l’Alfa (foto U. Pioletti)

Indipendentemente dalle prossime mosse della società, l’importante è aver fatto tesoro di questa stagione che passerà agli annali granata come quella della rinascita: «Credo che andremo avanti proprio dal punto in cui ci fermeremo – è sicura la guardia acese –, per continuare questo lavoro di crescita collettiva. Il percorso che abbiamo iniziato quest’anno sarà ancora più stimolante l’anno seguente, infatti tutti noi conosciamo ormai il campionato, l’intensità e il ritmo a cui si gioca: lavoreremo sugli aspetti del gioco su cui quest’anno abbiamo avuto più difficoltà e saremo dunque in grado di migliorare a 360 gradi, dato che nel corso del campionato abbiamo accumulato esperienze dai nostri errori. Mi viene in mente la grande prova di squadra contro la Polisportiva Alfa, durante la quale eravamo sotto di 1 a pochi minuti dalla fine: in questa partita il gruppo ha dimostrato i miglioramenti fatti durante questi mesi e sicuramente, sia io che i miei compagni, faremo tesoro di questa grande esperienza».

Un altro scatto di Andrea Patanè contro Aci Bonaccorsi (foto R. Quartarone)
Andrea Patanè contro Aci Bonaccorsi (foto R. Quartarone)

L’ultimo pensiero va al PalaVolcan, la casa dell’AciBasket, che potrebbe riaprire nei prossimi mesi dopo una lunga chiusura. «Tutti noi abbiamo sofferto, per vari motivi, l’assenza del nostro palazzetto, ma un grande riconoscimento va mostrato al nostro pubblico che ci ha sempre sostenuto al Leonardo, regalandoci un’atmosfera come quella di casa. Sono fiducioso che il ritorno al PalaVolcan possa essere un’opportunità per far avvicinare ancora più gente al movimento cestistico della città. Ovviamente tornare in casa sarà una grandissima emozione perché, sentire il calore del pubblico che sostiene la squadra, mi ripaga di tutti gli sforzi e sacrifici accumulati nel corso dell’anno; ma soprattutto valorizza al massimo lo sport che amo».

Roberto Quartarone
Twitter: @rojoazul86

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