I punti chiave del 2018 del basket catanese

I ricordi da conservare del 2017… Sei sfide da vincere per il basket a Catania nel 2018, dai senior agli under passando per arbitri, impianti e progetti…

Si chiude un buon 2017 per il basket a Catania, con molti highlight da conservare. Mandiamo in archivio la miglior serie di una squadra catanese in C sin dal 2011 (e sin dal 1999 in C1): le 12 vittorie della Polisportiva Alfa la incoronano largamente campionessa d’inverno e sono aperte ad altre imprese. In soffitta va anche la strepitosa promozione del Basket Giarre, un traguardo che mancava dal 1983, la seconda finale consecutiva di Adrano e la quarta vittoria in sette anni della B regionale per la Rainbow femminile.

I quarti nazionali Under-15 3×3 del San Luigi sono il miglior risultato giovanile, a cui si aggiungono le vittorie del titolo regionale per lo stesso San Luigi (Under-15 3×3) e per il Cus Catania (Under-16), oltre che le classiche vittorie della PGS, nazionale e internazionale. C’è stato spazio per alcuni eventi di spessore, come una spettacolare edizione del Join the Game regionale, la partecipazione di quattro catanesi all’amichevole contro la Nazionale FIPIC e un paio di raduni del CTF, ma anche la fase finale del CNU e due tornei estivi molto partecipati (due weekend di Who’s Got Next? 3 e Luna a Spicchi).

Abbiamo salutato con commozione molti personaggi che hanno inciso tanto: in primo luogo Carmelo ViolaAngelo Gigliuto, ma anche Franco Di Maura, Pippo Grasso e Armando BarberaL’emorragia di giovani promettenti che partono verso altri lidi si sta facendo preoccupante e la questione impianti è sempre bollente, a parte per il PalaVolcan. Partendo da questi spunti, vediamo quali possono essere i punti chiave del 2018, dividendoli in sei categorie come per i personaggi dell’anno.

⚫ Il passo avanti per Catania nella maschile è necessario. Considerando le premesse estive, ci si attenderà che la Polisportiva Alfa lotti fino in fondo per il salto di categoria. Ci sono tutte le premesse per far bene in campo regionale, ma i concentramenti interregionali saranno il vero banco di prova. Solo quattro squadre catanesi hanno ottenuto la promozione in B sul campo in 84 anni (GUF ’39, Grifone ’58, Gad ’72Cus-Torre Tabita ’99), sarebbe un’impresa da scolpire nella memoria. Alle spalle dell’Alfa, Giarre e Gravina lotteranno per qualcosa in più che salvare la categoria, con il Cus che continua nel suo progetto e non guarda al risultato finale. Il ritorno a casa di Acireale e Mascalucia, le nuove prospettive di Adrano, la necessità di risalire di Aci Bonaccorsi mettono in primo piano le quattro formazioni di D, mentre in Promozione c’è come al solito fermento nelle piazze calde: San Luigi, Misterbianco, Paternò, Gravina e Giarre in prima linea.

🔴 È nella femminile l’altra grande sfida da vincere per il basket catanese nel 2018. La frammentazione dell’attività in tre società, con la Rainbow al vertice e con una nuova casa funzionale ed Ecoil-Lazùr e Cus a farla da padrone in C, può far bene per stimolare tutti a fare meglio alzando il livello e l'”offerta”, ma disperde come sempre le risorse. L’idea della Liga, sorta e tramontata sette anni fa, non è più percorribile, ma l’esodo verso Priolo e un’attività giovanile a chiazze e frammentata (Giarre sembra emergere, ci sono anche L’Elefantino, San Filippo Neri e PGS Sales), dovrebbero far scattare campanelli d’allarme nei dirigenti: quali sono i progetti per dar continuità alle nostre squadre? Quest’anno servirà a mettere ordine, gli occhi saranno puntati soprattutto alla scuola della Polizia Penitenziaria di San Pietro Clarenza.

🔵 Musumeci, Cicero Domina, Signorino, Guadalupi, Elia, Dore: da quest’elenco non esaustivo si potrebbe mettere su un quintetto di lusso 2001-’03 della provincia di Catania. Loro sono alcuni dei promettenti giovani etnei emigrati in cerca di fortuna, in cerca di un progetto tecnico che li possa far crescere. Avere una squadra di vertice aiuta, ma è alla base che bisogna spingere, facendo innamorare della pallacanestro i più piccoli, sin dal minibasket, offrendo una prospettiva ma anche un modo per crescere sani e in uno sport di squadra che non ha eguali. Un presidente quest’estate diceva giustamente: «Se avessi i soldi, prenderei prima un reclutatore e poi un allenatore». È nel reclutamento che bisogna lavorare, come insegna l’esperienza di Enzo Molino e Pippo Vittorio e della Grifone i cui prodotti sono ancora la miglior generazione etnea dell’ultimo ventennio. Fra qualche anno le squadre del futuro ringrazierebbero.

⚪ Sui coach, il discorso si lega strettamente a quanto scritto finora. C’è una generazione di coach nati negli anni settanta che si sta esprimendo al meglio: Bianca all’Alfa, Marchesano a Gravina, D’Angelo a Giarre, includiamo anche Di Gregorio a Ragusa (rimasto tanti anni ad Acireale). Il primo ha in mano un’intelaiatura di prim’ordine e, dopo la scorsa buona stagione, sta ottenendo il massimo dai suoi giocatori, aiutato dall’esplosione di alcuni elementi giovani e dall’apporto di altri d’esperienza. Gli altri tre hanno destini simili: vengono affidate loro squadre largamente indigene e ottengono il massimo. A Gravina dal fondo della C di due anni fa si è giunti ai piani alti passando per una rivoluzione, a Giarre la promozione e la metà classifica in C premiano gli sforzi di un progetto di spessore, a Ragusa da due anni si fanno miracoli e soprattutto si esprime il gioco migliore della categoria. Alle loro spalle, ci sono tecnici più giovani di prospettiva: Simone D’Urso in primis, ma anche Deborah Bruni o Gabriele Giorgianni, spesso costretti a lavorare in condizioni difficili, ma che ottengono risultati.

🔶 Sul settore arbitrale nel catanese c’è una parentesi interessante da aprire. Da due anni a questa parte c’è stato un rilancio della categoria, con la spinta degli istruttori, capeggiati dal referente Andrea Castorina, affinché i gruppi arbitri e ufficiali di campo si integrino e si creino quante più possibilità di crescita e di nuovi stimoli per gli esordienti. È il settore più delicato, quello più soggetto alle critiche, ma l’obiettivo per il 2018 sarà quello di renderlo sempre più professionale. Si dovrà anche preparare il terreno per tornare ad avere arbitri etnei ai piani di sopra, in B: mancano da oltre un decennio, da quando fischiavano in B Cristina Luca, Tiziana Luca e Antonio Di Franco. Partito Fabio Fichera per l’Emilia, alcuni giovani sono in rampa di lancio, Andrea Parisi e Luca Moschitto su tutti: starà a loro dimostrare di poter ambire a salir di categoria.

 Attorno al movimento c’è l’ultima partita da vincere per il basket a Catania. Soldi e sponsor scarseggiano da una vita, non è più una scusa: c’è chi finora è riuscito ad andare avanti, anche senza strutture, facendo tutto il possibile per portare avanti il proprio progetto. Bisogna attrarre soprattutto persone che abbiano il piacere di venire a vedere le partite, a conoscere le realtà (e in questo il ruolo è importante per noi pochissimi giornalisti che scriviamo di basket). Infine la questione degli impianti rimane cruciale: se ci sono prospettive aperte a Giarre e Adrano, a Catania si aspetta ancora l’annuncio dell’avvio dei lavori per l’impianto dell’Alfa e chissà se dalle prossime elezioni non uscirà qualcuno che torni a parlare del PalaGalermo.

Buon anno a tutti, che sia un 2018 di soddisfazioni. 🏀

Roberto Quartarone
Twitter: @rojoazul86

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