I grandi protagonisti dei Mondiali
Rio de Janeiro ’54: Pietro Reverberi

La prima medaglia d’oro italiana… Record di presenze nel girone finale… Longevo e stimato in Italia… Il Premio a lui dedicato…

Pietro Reverberi (Reggio Emilia, 1912-1985), in primo piano (dal periodico Pallacanestro, 1954).

Medaglia d’oro anche per un italiano, nel Mondiale del ’54 a Rio de Janeiro vinto dagli Stati Uniti. La Nazionale azzurra non aveva ancora messo piede nella manifestazione intercontinentale, ma gli arbitri di casa nostra sì. E se nella prima edizione, a Buenos Aires nel ’50, si era già distinto Gualtiero Follati, stavolta venne raggiunto il primato assoluto: Pietro Reverberi, da Reggio Emilia, fu infatti premiato come miglior arbitro del torneo. Premio consistente in una medaglia d’oro, per l’appunto, più un vaso istoriato, consegnati in persona dal presidente della Federazione Internazionale, lo statunitense Willard Greim.

In quel Mondiale, Reverberi arbitrò dodici partite, di cui otto nel girone finale: un primato anche questo, condiviso però col peruviano Eduardo Airaldi (nome e cognome che suonavano molto familiari). La stampa brasiliana si sprecò in elogi per il direttore di gara italiano, che pur cambiando continuamente compagno di avventura mostrò la sua personalità e la sua capacità di adattamento al livello di gioco: “Il migliore arbitro per il miglior gioco”, “Il migliore giudice dei Mondiali”, “Il signore del fischietto”.

Pietro Reverberi (Reggio Emilia, 1912-1985), in tenuta da arbitro (dal periodico Pallacanestro, 1954).

Reverberi, in realtà, era già stimato e ricercato da tutti anche nel nostro campionato. Interpretava il suo ruolo con estrema professionalità, ovviamente da puro dilettante. Durante la settimana – dicono i giornali dell’epoca – curava in maniera rigorosa, e assolutamente personale, la preparazione atletica. Sul campo, poi, mostrava ottima conoscenza della tecnica di gioco ed era rigido nella applicazione del regolamento. Senza platealità, però! Qualcuno per questo lo chiamava “l’arbitro fantasma”, nel senso che per il suo atteggiamento e la correttezza delle sue decisioni i giocatori quasi non si accorgevano di lui.

Oltre che uno dei più validi, Reverberi è stato uno dei più longevi arbitri nella storia del basket italiano, in attività tra la fine degli anni trenta e i primi anni sessanta. Nato a Reggio Emilia nel 1912, il suo esordio nelle manifestazioni internazionali avvenne nel ’49. Nel suo ricco curriculum figurano ben tre Olimpiadi (Helsinki ’52, Melbourne ’56, Roma ’60) e tre Campionati Mondiali, senza contare Europei e altri tornei.

Mondiali di Rio de Janeiro, 1954. Reverberi, premiato alla fine come miglior arbitro, assiste (assieme a un radiocronista) alla stretta di mano tra i capitani di Brasile e Francia (dal periodico Pallacanestro, 1954).

Gli venne riconosciuto ufficialmente il suo valore con l’assegnazione del “Premio Martiradonna” (in onore di Vito Martiradonna, a sua volta arbitro dell’era pionieristica). E proprio i premi sarebbero rimasti legati al suo nome. Dopo la sua scomparsa (Reggio Emilia, 1985), è stato infatti istituito nel comune reggiano di Quattro Castella il “Premio Reverberi”, noto anche come “Oscar del basket”, che ogni anno promuove giocatori, allenatori, arbitri, dirigenti, giornalisti, che si sono particolarmente messi in luce nel basket italiano.

Nel 2009 il nome di Revereberi è stato inserito, unico arbitro italiano finora, nella FIBA Hall of Fame.

 

 

 

Nunzio Spina

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