Si chiude la prima stagione della Pall.Catania

Era da più di venticinque anni che la Catania del basket maschile non arrivava così in alto. Quest’anno, la Virauto Ford ha chiuso la stagione regolare al terzo posto di Serie B Dilettanti ed è uscita al primo turno dei play-off. Il miglior interlocutore che ci possa dare un’idea dell’esperienza di quest’anno e di come sarà il futuro della squadra è il direttore sportivo Marco Distefano.

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IL QUINTETTO DELLA
SERIE B DIL. GIR. D

Playmaker

paparella

Eliminato il mio Marco Consoliche si è fatto male, per tre quarti di campionato avrei detto Alessandro Michelon. Alla fine, però il migliore è stato Emiliano Paparella che ha fatto un campionato spettacolare, è stato lui a far vincere Agrigento.

Guardia tiratrice

degregori

Gianluca Tartaglia ha fatto un finale di campionato ad altissimo livello, ma ha faticato tantissimo a carburare, ma ha un istinto del canestro unico, magari farà 0/15 al tiro e poi deciderà la partita con una rovesciata volante! Però ci metto Matias De Gregori: non ha giocato solo a pivot, è stato fondamentale in attacco, in difesa, con ottima intensità, mai un atteggiamento sopra le righe, non aveva mai fatto il play, ci ha fatto arrivare terzi! Se Dio ci vuole mandare in Serie A ce lo terremo pure là.

Ala piccola

birindelli

In Serie B Dilettanti non gioca quasi nessuno con l’ala. Poteva essere Christian Mayer, ma Agrigento ha vinto quando lui s’è fatto male. O forse Francesco Teofilo di Ruvo, lui è l’unico talentuoso, ma quando decide di giocare. L’unico buono per tutti èDuilio Birindelli di Massafra.

Ala grande

reale

C’è un ex aequo tra Carlos Mainoldi di Maddaloni e Max Reale. Mainoldi ha fatto un campionatone, è stato ottimo da due e tre punti, al rimbalzo e alla fine se sono arrivati secondi lo devono a lui e Serino. Reale perché a questi livelli non ha paragoni, finora abbiamo visto il 70% di Reale.

Pivot

Cappanni(foto da SanSeveroSport.com)

Fino all’andata avrei dettoMarco Rolando. Molti lo criticano per il modo di giocare, ma è stato tra quelli che ha avuto i numeri migliori dell’anno. Christian Cappannidi San Severo nell’arco dell’anno è risultato il migliore anche se non è un cinque puro.

Marco Distefano

Il Girone D di Serie B Dilettanti quest’anno ha riservato molte sorprese ai sostenitori delle squadre dell’Italia Meridionale. La stagione regolare è stata dominata sin dalle prime battute dal Basket San Severo, tallonato dall’Artus Maddaloni. Nel girone di ritorno, ci si sarebbe aspettati un balzo in avanti di Massafra e Ruvo, due delle squadre che avevano investito di più, ma ad affermarsi dietro le due battistrada sono state Catania e Agrigento, due matricole, Corato e Bernalda. La squadra di Pippo Borzì ha una svolta dopo la trasferta a Bari, contro il fanalino di coda, quando gli etnei perdono 61-71.

«Eravamo contenti di essere riusciti a gestire la differenza canestri – spiega Distefano –, era questo il nostro obiettivo.» Era la prima partita senza Trevisan, mentre Consoli era infortunato già da un po’; si era invece appena inserito Reale. «Il capitano era stato il nostro riferimento tecnico e morale, eravamo dipendenti dalla sua vena in maniera preponderante e siamo entrati in difficoltà quando il suo rendimento ha avuto un calo, come contro Bernalda e Maddaloni (infatti poi si è riposato tre giorni e si è ripreso). Siamo stati sfortunati nella misura in cui lui e Consoli si sono fatti male quasi contemporaneamente, ma intanto siamo stati fortunati perché all’arrivo di Max Reale la squadra ha fatto un salto di qualità generale. In ogni caso in quel momento abbiamo rischiato grosso perché altre squadre, per situazioni meno gravi, sono scese in Serie C. Noi abbiamo corso il rischio e siamo stati tutti bravi a trasformarlo in oro.»

Infatti, già dalla domenica successiva inizia una serie di cinque vittorie in sei partite che porta Catania a ridosso delle prime posizioni. «Nel ritorno tutti hanno capito che dovevano portare un mattone e non c’è stato uno che non l’abbia fatto; magari solo qualcuno al di sotto delle sue potenzialità o delle attese. La squadra si è cementata sia nel rapporto tra i ragazzi sia in quello con la società, che non ha dato nessun tipo di pressione, solo certezze, e quest’atteggiamento ha pagato. Loro si sono sentiti le spalle coperte e non è poco per un giocatore.» Nelle ultime giornate, la posizione si consolida: «Il terzo posto finale è stato un risultato notevole.»

Ai play-off si parte subito con il derby contro la Fortitudo Agrigento, l’altra sorpresa del torneo. «Li abbiamo affrontati con una squadra stanca e con gli elementi contati per gli infortuni. Forse eravamo anche appagati mentalmente, dopo la corsa per andare sempre meglio…» Il presidente Costantino Condorelli ha dichiarato che non eravate pronti. «È vero, né come squadra né come società, mentre loro erano più capaci. Eravamo un po’ cotti, Reale era giù fisicamente, Trevisan era una pila che non riusciva a convogliare le energie. Dopo aver condotto 36 minuti in gara-1 e aver perso, non siamo stati capaci di reagire. Inconsciamente abbiamo pensato che arrivati fino ai play-off potevamo vincere anche in trasferta, ma non ci siamo riusciti. Tra l’alto il nostro obiettivo era un altro ma ci siamo trovati per le mani quest’altra possibilità. E poi loro erano più in forma a fine campionato… Tutti questi fattori hanno fatto sì che non fossimo pronti al 100%. Ma per vincere bisogna saper perdere.»

C’è stata qualche polemica per i biglietti, giusto? «Su questo non mi è piaciuto il loro comportamento, hanno montato un casino mandando anche delle e-mail alla Lega e hanno giocato sui cavilli delle regole. Da regolamento, infatti, sarebbero dovuti venire massimo 50 tifosi ospiti, ma ne sono arrivati 150. Neanche il nostro pubblico era pronto, se non avessimo limitato i loro ingressi avremmo avuto 1000 spettatori di cui 400 agrigentini perché chi viene a vedere le nostre partite arriva spesso dopo il fischio d’inizio…» Ma di questo non è trapelato molto. «È vero, non c’è stata tensione perché abbiamo gestito la situazione fra di noi.»

estate
ESTATE. È ancora estate e la Pallacanestro Catania si prepara ad affrontare Agrigento [Basket Catanese].

Il loro è un altro contesto. «Infatti hanno un’altra impostazione, i tifosi si sono anche sciroppati dieci ore di pullman in 150 per andare a Maddaloni! Anche vedendo i play-off di Legadue, per Scafati-Veroli, c’erano solo una trentina di tifosi da Frosinone! Sono molto più preparati di noi.» E alla fine Agrigento è stata promossa in Serie A Dilettanti dopo aver eliminato le prime due del girone. «Per noi è una conferma in più, siamo usciti contro chi ha vinto il campionato, la nostra impostazione era quella giusta.» È stato ad Agrigento a vedere le finali? «Non sono andato per motivi pratici ma le ho viste in televisione. Qualcuno ci ha rinfacciato la nostra assenza, ma noi non vogliamo fare presenzialismo. Poi il PalaNicosia ha dei limiti strutturali, saremmo dovuti andare tre ore prima e stare nella calca, ma perché quando si può vedere la partita in televisione?»

Cosa glien’è parso? «Niente di nuovo: Agrigento è una squadra impostata per un gioco perimetrale con giocatori che sanno risolvere le partite. Hanno avuto problemi d’infortuni, che si sono risolti miracolosamente due giornate prima della fine del campionato: Pilat è stato sempre male, Tartaglia ha iniziato a carburare tardi, Mayer ha fatto vai e vieni, Pol Bodetto è stato fuori tre mesi e mezzo. Dal punto di vista tecnico-cestistico non mi hanno mai entusiasmato, hanno avuto un gioco abbastanza monocorde, nessun tipo d’invenzione difensiva o offensiva. Però, quando si ha il ritmo mentale e si segna con il 60% da tre, si ha un vantaggio numerico, un punto in più degli avversari. Hanno sfruttato bene tutte le opportunità che hanno avuto ai play-off e hanno vinto.»

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PRESENTAZIONE. La squadra al completo per la presentazione ufficiale [Basket Catanese].

E ora come prosegue la vostra attività? «Stiamo ancora lavorando sul campo perché bisogna far allenare i ragazzi più giovani sui fondamentali e sul gioco di squadra, con una parte mirata dal punto di vista atletico. Con loro ci sono Catotti, Saccà, Naso, Trevisan, Consoli, Reale (che parte la settimana prossima) e qualche volta anche Maurizio Grasso. De Luca invece è stato richiamato da Montegranaro.» Trevisan, De Gregori, Consoli e Rolando sono stati confermati. Gli altri? «Tutti hanno dato il massimo ma non significa che non si cambia nessuno; siamo contenti ma vogliamo crescere. Ad esempio, De Luca si è fidanzato quindi tornerà; ora stiamo valutando la sua riconferma. Saccà è uno di quelli che resteranno, presto troveremo un accordo. Ora stiamo lavorando per confermare Reale, se tutto va bene firmerà in settimana.»

A questo punto parliamo di acquisti… «Non è il caso di fare nomi. Da un’analisi a bocce ferme del campionato, sappiamo di avere delle carenze in qualche punto del campo e prenderemo degli elementi che le colmeranno senza stravolgere la squadra. Abbiamo dei buoni contatti, però tutto dipende dal budget che avremo e dalla volontà dei giocatori. Si tratta di elementi affidabili e di valore che daranno quello che è mancato quest’anno. Comunque non ci andremo a svenare, in questo momento i giocatori costano di più e non staremo certo a questo gioco. Chi stiamo trattando sa che paghiamo gli stipendi e che abbiamo una struttura seria. Ho fatto una capatina alle finali di Coppa Italia e alcuni mi chiedevano di noi perché avevano sentito che si parlava bene della società. Comunque c’è gente interessata, gente che si è detta disponibile a scendere a Catania. Poi, sabato sono uscite le DOA e avremo l’obbligo di mettere a referto due giocatori nati nell’87-88 e uno nell’89-90, quindi bisognerà trovare gli elementi giusti anche in relazione all’età. Infine, forse il campionato sarà più lungo perché si dovrebbe passare a sedici squadre; si finirebbe una settimana dopo con tre turni infrasettimanali.»

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PROVINCIA. Il presidente della provincia Giuseppe Castiglione con Costantino Condorelli: i rapporti con la provincia sono buoni [Basket Catanese].

Ad inizio anno, alla presentazione ufficiale della squadra, erano stati annunciati i programmi. La“salvezza senza passare dai play-out” è sicuramente stata raggiunta, con gli interessi. Poi si parlava dei giovani locali. Marco Consoli, che ha quasi venticinque anni, sarebbe stato uno di loro, ma l’infortunio lo ha tolto di mezzo dopo sole undici giornate. «Ora ha recuperato e sarà pronto ad ottobre; intanto, ha superato abbondantemente la paura dell’infortunio. Si fermerà solo un paio di settimane in tutta l’estate, ma il prossimo sarà il suo anno, lo sa anche lui.» Roberto Saccà gli ha rubato la scena come giovane catanese dell’anno… «Era carico di speranze e aspettative perché aveva giocato tanto nel precampionato. Ha poi avuto qualche problema, il coach lo conosceva poco e ha provato a metterlo ma inizialmente non ha avuto le risposte che si aspettava. Allora gli dissi di avere pazienza e di continuare a lavorare perché avrebbe avuto il suo momento elui è stato bravo a farsi trovare pronto al momento giusto. Come Agrigento. Le occasioni capitano, ci vuole la bravura nello sfruttare le opportunità. Agrigento è stata promossa, Roberto ha dato un notevole impatto sul campionato facendoci anche vincere almeno tre partite. Ora sa che deve rimettersi in discussione in un contesto più forte, ma ha capito che è fondamentale e che l’allenatore si fida di lui.»

Gli altri catanesi non hanno inciso. Davide Di Masi, che giovane non lo è più, è stato chiamato raramente ma quando ha giocato ha sempre lasciato il segno, come contro Canicattì. Neanche l’impiego di Loris Catotti è stato continuo. «In B2 ci può stare atleticamente, ma tecnicamente deve lavorare; anche caratterialmente è particolare. Lui è rimasto contento della fiducia che gli abbiamo dato, ma si è fatto male molto spesso e ha avuto una crescita limitata. Da un punto di vista tecnico quest’anno gli è servito molto, ma ora deve confrontarsi con un livello in cui può giocare venti minuti a partita, anche in Serie C Dilettanti, con una squadra che lo possa valorizzare. Dal punto di vista fisico è quello che ha più possibilità di tutti, entra come vuole, ha un’elevazione notevole, non paga dazio in difesa (magari solo con i giocatori più scafati), però ha un tiro da tre macchinoso e ha bisogno di giocare.» Simone Basile è sceso in campo in appena tre spezzoni di partita. «Ha esordito in Serie B ed è stato un punto fermo del Gad Etna. Ora sta vivendo un momento di transizione, perché si sta abituando a giocare da ala piccola dopo essere cresciuto come ala grande. Paradossalmente, con il gruppo della Serie B fa meno fatica perché in Serie C2 è imponente e non ha un tiro da tre affidabile. È lo scotto che si deve passare per chi vuole fare qualcosa ad alti livelli. Comunque, ha fatto notevoli miglioramenti, tutti lo hanno apprezzato.»

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CAPITANO. Sandro Trevisan contro la Cisa Massafra [Basket Catanese].

Poi ci sono tutti quei ragazzi del Gad Etna che non hanno ancora messo piede in B. «Due sono stati convocati ma non hanno esordito. Stefano Caltabiano è il più giovane di loro e il più futuribile. Ha braccia lunghe, spalle larghe, gioca d’esterno e ha il tiro da tre, punteremo molto su di lui. In Serie C2 spesso non si riusciva a marcarlo.Simone Mauceri è più limitato, non può reggere il livello di Serie B. Non tutti diventano giocatori di Serie A, però lui, allenandosi con il gruppo della B, è migliorato tantissimo nel passaggio e nella visione di gioco. Tra gli altri, doveva essere l’anno di Orazio Livera, ma anche quest’anno si è infortunato all’articolazione del gomito; l’anno prossimo ci lavoreremo ancora. Poi c’èAlberto Pennisi, che al massimo arriverà in Serie C Dilettanti ma è un prospetto interessante dal punto di vista caratteriale e tecnico; mi piace, è un personaggio particolare, quello che ci vuole in una squadra per il suo approccio alle partite, in più ha faccia tosta e atleticamente è interessante. C’è anche un nuovo arrivo dal Battiati,Riccardo Cavalli, fratello di Eugenio: tecnicamente non è male, sa palleggiare, passare e tirare, ma non ha idea di cosa sia il gioco organizzato, ha letture difensive all’abc. Quest’anno ha giocato poco perché doveva inserirsi in questo contesto, ma lavorandoci subito potrebbe entrare in un discorso di Serie B. E infine c’è Enzo Santonocito, che ha fatto le finali regionali under-17 con il Cus. È alto due metri, ma in Serie B non può sfruttare questo suo vantaggio fisico perché si scontrerà con gente che pesa venti chili di più, quindi lo stiamo impostando per lavorare da esterno. Anche lui farà parte del Gad. Sono ottimi elementi e, se quest’estate lavorano duro, l’anno prossimo avranno molto spazio.»

La società è soddisfatta per come si sta lavorando nel settore giovanile? «Sì, ovviamente si andrà a migliorare. Gad Etna e Cus saranno ancora in Serie C regionale, ma il Gad sarà fatto solo da Under-21 e tutti potranno dimostrare di più.» Vergani e Famoso rimarranno alla guida dei gaddini? «Non lo so, perché stiamo riprogrammando tutta la struttura societaria per continuare a migliorarci. Sicuramente faranno parte del progetto, troveremo le soluzioni migliori non imponendo niente. In questo momento, Tato Vergani sta collaborando con Borzì e Marchesano.» E la Grifone tornerà ad avere una prima squadra, magari in Promozione? «Non lo so. Già gestire due squadre e mezza è esagerato. Se non si fanno bene non ne vale la pena, quindi per ora no.»

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SALTO DI QUALITA’. Max Reale: con il suo arrivo «la squadra ha fatto un salto di qualità generale» [Basket Catanese].

Torniamo agli obiettivi. Borzì aveva detto di voler far divertire i catanesi. «Credo che quelli che sono venuti si siano divertiti, soprattutto quelli che non hanno mai visto basket. Certo, mi dispiace per quelli che non sono venuti! È inconcepibile che gli allenatori della provincia di Catania non portino i loro ragazzi a vedere il più alto livello possibile dell’hinterland. Quand’ero piccolo guardavo le partite in televisione per vedere cosa facessero i migliori e penso che oggi bisognerebbe portare i ragazzini ad imparare, spiegando quello che si fa in campo. Per questo non facciamo pagare fino a diciott’anni, speriamo che proprio i più piccoli vengano a vedere le partite. Chiaramente, il livello che si va a vedere può diventare il riferimento del giocatore, che se invece si ferma a vedere solo le partite di Serie D avrà un modello che non gli permetterà di uscire da quel livello.»

Ma quest’anno quanti abbonamenti sono stati venduti? «Una novantina.» Il ritorno c’è stato, quindi. «È chiaro che se in quest’attività ci si mettono tempo e denaro in maniera pulita, è giusto che si abbia il ritorno più ampio possibile da parte della città. Non cerchiamo un tornaconto personale, perché siamo professionisti e non politici. È chiaro che nel caso in cui ci sia un’evoluzione, ci dovranno essere delle figure professionali a tempo pieno. Quelli che non hanno condiviso questo progetto secondo me hanno sbagliato e li invito a venire a vederci, anche perché la squadra così com’è stata impostata ha fatto identificare chi è venuto a vederla, è una squadra che combatte e che attrae gente, ha creato un unico gruppo con gli spettatori e lo testimonia l’aumento delle presenze. Certo, il 40% degli spettatori non erano dell’ambiente, ma anche chi ha fatto basket per trent’anni si è divertito.»

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SALTO. Marco Rolando effettua un salto a due [Basket Catanese].

Quali saranno le novità che proporrete quest’anno? «Probabilmente ci sarà un approccio ancora più presente dal punto di vista di marketing, tenteremo di entrare nelle case delle persone a cui piace la pallacanestro. Sulla scorta di quello che sta facendo Barcellona, sarà creata un’associazione parallela che gestirà il rapporto con chi ha voglia di identificarsi con questo progetto acquistando un pacchetto che comprenderà, tra le altre cose, il posto macchina e l’happy hour. Sarà fatto per quelle persone che non si sentono di impegnarsi con grandi cifre; così, con una cifra modica potranno sentirsi parte integrante del progetto. Non sarà comunque azionariato popolare.»

Ancora una volta torniamo agli obiettivi. Condorelli aveva parlato di voler “lavorare su un piano orizzontale”, coinvolgendo vari ambiti. Partiamo dai giovani e dalle scuole: «Cerchiamo di fare il miglior lavoro possibile insieme al Cus e a persone esperte, stiamo facendo dei grandi investimenti sulla leva perché sappiamo che solo il 2‰ dei ragazzi arriva ad alti livelli! Per le scuole, ad esempio Davide Di Masi ha tenuto degli allenamenti a Librino.» Si parlava del territorio, e quindi delle altre società dell’hinterland. «Il nostro approccio è stato molto discorsivo con le altre società, proporremo a tutti di collaborare. Ci basiamo sul rapporto interpersonale, perché se ci conoscono come persone oneste e affidabili si fa molta meno fatica. Inizieremo a collaborare con il Basket Acireale; già conoscono me, Condorelli e Borzì e sanno che se proponiamo qualcosa è la verità. Con tutti gli altri non partiamo dal presupposto che siamo più forti, ma vogliamo gettare le basi per un lavoro comune mettendoci sullo stesso livello. Una dichiarazione d’intenti del genere è importante: non vogliamo sopraffare i nostri interlocutori con un atteggiamento arrogante ed indisponente ma non ci faremo neanche mettere i piedi in testa. Stiamo collaborando anche con Liguori per il camp estivo, alcuni nostri giocatori faranno delle dimostrazioni. Con le altre abbiamo ottimi rapporti ma ancora non abbiamo iniziato una collaborazione fattiva.»

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ENTRATA. Matias De Gregori entra a canestro [Basket Catanese].

Poi si parlava delle istituzioni. «Abbiamo un buon feeling con la provincia grazie all’intervento dei nostri soci e alla pervicacia del nostro responsabile del marketing Max Puleo, che lavora in quest’ambito ormai da dieci anni. È un rapporto che porterà dei benefici ad entrambi. C’è anche il comune e recentemente abbiamo vinto una gara per la ristrutturazione dei playground in collaborazione con la Dusty. Il 14 giugno inaugureremo quello di piazza Nettuno, forse con un torneo. Poi lavoreremo per quelli a Vulcania e a Battiati… Con la regione per ora non abbiamo rapporti.»

E le aziende? La Virauto Ford rinnoverà la sponsorizzazione? «Sì e il presidente e Puleo stanno lavorando sulla possibilità di avere un accordo pluriennale. Ora stiamo facendo delle riunioni per valutare la situazione economica, entro questa settimanadobbiamo avere le certezze sul budget che avremo a disposizione l’anno prossimo.Non faremo investimenti shock, ma avremo bisogno di più fondi. La nostra impostazione è controllata e mirata ma ambiziosa, dobbiamo rimanere con i piedi per terra e non abbiamo intenzione di spendere un milione di euro perché chi l’ha fatto non ha ottenuto i risultati che sperava.» Continuerà anche la collaborazione con la Dusty? «Sì e l’idea verrà esportata con gli altri partner. Continueremo a lavorare sui ragazzini per la raccolta differenziata, è giusto intervenire su di loro a quest’età per educarli a non commettere gli errori degli adulti.»

Concludiamo con gli eventi. L’anno scorso vi siete candidati per ospitare le finali Under-19. «Non so se riproporremo la candidatura. La federazione nazionale purtroppo ha un’impostazione troppo politica. Se ci impegniamo spendendo anche dei soldi e poi vengono assegnate ad un paese di tremila abitanti non ne vale la pena.» Continua anche l’impegno sociale? «Certo. La raccolta fondi per l’Abruzzo è andata abbastanza bene, abbiamo raccolto circa 3000 euro. Nelle ultime partite abbiamo avuto anche la possibilità di mettere sulle maglie il logo di una onlus, ma la situazione è diventata ridicola perché la Lega ci ha chiesto di compilare una grande quantità di carte; forse sarebbe stato meglio farlo senza dir nulla!»

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LA SQUADRA. La Pallacanestro Catania 2008-2009 [PallacanestroCatania.it].

Passiamo alle promesse fatte alla società. Mi pare d’aver capito che il rapporto con la provincia va benissimo. «Grazie al settore marketing stiamo attivando con loro altri progetti, siamo molto soddisfatti e speriamo che l’anno prossimo la collaborazione sia ancora più fattiva.» Il progetto della Catania Sportiva invece è fallito? «Non abbiamo mai detto no, ma è un discorso che non mi ha mai convinto tantissimo. Era fatta da tante realtà convinte che entrando nell’organizzazione avrebbero avuto un motivo di lucro in più. Fatto così non si sarebbe andati avanti, soprattutto in questi tempi di crisi. Credo sia risultata poco fattiva.»

E concludiamo con la questione campo. Il Cus vi ha appoggiato quest’anno dandovi la massima disponibilità. «Sì, ci hanno dato tutto, dalla palestra ai campi, e ci siamo trovati bene. Ma c’è stato qualche problema di gestione delle attrezzature, il campo è limitato per la capienza, gli spazi per gli sponsor, il parcheggio, le panchine… è un dato di fatto. Non c’è né delusione né disaffezione, semplicemente se si vuole crescere si devono trovare delle alternative.» Si pensa al PalaGalermo o al PalaCannizzaro? «Dal PalaGalermo leverei anche il Gad Etna, ha dei costi di gestione troppo elevati. Stiamo invece vagliandola possibilità di spostarci al PalaCannizzaro.»

Roberto Quartarone


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