Sport: 60 anni di sport con la città

“60 anni di sport con la città”: questo è il titolo del libro-tributo ai sessant’anni del Centro Universitario Sportivo di Catania, presentato ieri al Palazzo Centrale.

cus.jpgAlla presentazione del volume, curato dal giornalista Nino Urzì ed edito da Marco Spampinato, erano presenti decine di personalità storiche dello sport catanese: dall’ex campione di canottaggio Mimmo Ventura, a varie vecchie glorie del rugby, ai celeberrimi Ignazio Marcoccio e Benito Paolone. Sono intervenuti anche il presidente del Cus Di Mauro, l’assessore comunale Garofalo, l’assessore provinciale Capuana e vari rappresentanti dell’università catanese.

La storia dei sessant’anni del Cus è ripercorsa tramite le immagini, che ritraggono gli atleti catanesi alle Olimpiadi, alle Universiadi, in tournée Tunisia, ai campionati nazionali o anche semplicemente in foto di gruppo. Fondamentale nell’opera è anche la presenza di vari interventi diretti di ex presidenti, giocatori, allenatori e alcune importanti interviste.

Alla luce dei numerosi interventi, è emersa una comune vena di ottimismo per il presente dello sport catanese organizzato dal Cus, che inizialmente era costretto a far allenare i propri atleti in campi di fortuna e oggi può disporre di strutture all’avanguardia.

È uscito fuori dal coro Ignazio Marcoccio, ex sindaco e personaggio fondamentale nella storia dello sport locale, che ha chiamato in causa le istituzioni: «ricordo che quando diventai sindaco, negli anni sessanta, c’erano ben poche strutture per lo sport. Io e Benito Paolone, però, ci impegnammo a far sì che la situazione migliorasse, mettendoci in gioco in prima persona. Attualmente, le istituzioni si dicono senza soldi e gli impianti di cui disponiamo rischiano di chiudere. Perché oggi chi doveva dare un segnale di vicinanza allo sport non è intervenuto? Perché non si prova almeno ad affidare le strutture alle società sportive? Sicuramente, li curerebbero meglio e non ci sarebbe alcun rischio di chiusura.»

Roberto Quartarone

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