In 2.000 per la panza del Poz

Basket: tira malissimo da tre, ma tutti a Capo d’Orlando sono ai piedi di Pozzecco per il suo ritorno alla festa promozione. Priolo si rinforza, Catania invasa dai pugliesi e calpestata

Il bello e il brutto del basket siciliano nell’ultima giornata di campionato.

POZZECCO (Capo d’Orlando, C dilettanti) – Come promesso, Il Poz è tornato a Capo d’Orlando e nonostante la panza si è sparato 21 minuti in campo (con 10 punti e un non bellissimo 0/6 da tre) davanti a duemila persone più interessate a lui che alla promozione matematica dell’Orlandina in serie B. Roba che in Sicilia il basket se la sogna, ma se la squadra di Sindoni non fosse precipitata dalla A alla C non sarebbe stato meglio?
PAPARELLA (Agrigento, A dilettanti) – Barcellona è di nuovo sola al comando per la caduta di Ostuni, ma nel suo piccolo fa rumore anche il saccheggio di Agrigento a Matera, dove il Papa tira 2 su 9 da tre, ma fa vedere al trentasettenne Bonora (che tanti anni fa guidava la Nazionale) come segnare un terzo dei punti della propria squadra (23 su 69) e vivere felici.
WALKER (Priolo, A1 femminile) – Un pivot fresco in arrivo per i play off è sempre una grande scommessa. Priolo passa fragorosamente a Sesto San Giovanni, consolida il quinto posto e recrimina ancora per la sconfitta contro Venezia, che la precede di due punti. Tre stagioni nella Wnba, la trentunenne Ayana si era un po’ persa dalle parti di Israele negli ultimi anni, ma se funziona e Bonfiglio può dare ancora qualcosa, le ragazze di Coppa sono da corsa.

PANCHINA CATANESE (B DILETTANTI) – La partita di Catania, brutta come Ribery, la uccide tale Tindaro Gullo, nono uomo di Massafra originario di Patti. In un palazzetto pieno di pugliesi, mentre quei ganzi della capolista facevano uscire dalla panca 39 punti sui 77 totali (fatevi i calcoli, sono più della metà), la Virauto si giocava con i 6 di Gambolati (e un 3/14 complessivo delle riserve) tutte le sue forze extra-quintetto base, apparecchiando la propria area dei tre secondi per i picnic dei lunghi avversari. Questa annata di Catania è talmente balorda (contro la prima in classifica un poco edificante 31% al tiro e un nuovo infortunio per Consoli) che ai play off per la legge del contrappasso può solo finir bene.

Emanuele Grosso