Marino: «Faremo sudare Paternò»
La bandiera del Gravina presenta la finale di C2

Francesco Marino, dirigente del Gravina: 15 stagioni in giro per la provincia… «Gravina è la mia seconda casa, i giovani sono il fiore all’occhiello»… «Paternò è favorita, noi abbiamo un ottimo gruppo»…

Per quindici anni è stato uno dei migliori catanesi in giro tra C1 e C2: il dirigente del Gravina Francesco Marino, figlio d’arte (suo padre Carlo ottenne una salvezza con il Gad Etna in Serie B, quando era la seconda divisione nazionale), si è ritirato lo scorso anno dopo aver raggranellato in carriera quattro promozioni, altrettante stagioni in quinta serie, tante soddisfazioni con le migliori squadre della provincia.

«Sono cresciuto al Leonardo da Vinci – racconta – e già a 17 anni ho festeggiato la prima promozione, in C2. A 19 anni ho esordito in C1 con la Torre Tabita, con cui Catania salì in B2 dopo anni di assenza. Non ho fatto in tempo a esordire in quarta serie, perché sono tornato al Leonardo per vincere la C2 e disputare la C1 con l’Hoyama. Nel 2001 è iniziata la mia esperienza al Gravina: subito siamo stati promossi, poi abbiamo conquistato due salvezze consecutive in quinta serie. Ho giocato anche al San Luigi, alla Lio con i miei amici Rocco De Luca e Salvo Duscio e ad Adrano, dove ho trovato uno dei gruppi più belli della mia carriera, con Del Vecchio, Di Masi, De Masi, Castiglione, Filetti. Ho quindi chiuso con il Gravina lo scorso anno».

L’ex ala è rimasta legata alla sua squadra, di cui è stata capocannoniere l’anno dell’ultima promozione in C1. Il mercato di quest’estate porta la firma sua, di Livio Lo Nigro e di Andrea Arena: la triade dirigenziale ha rinforzato il roster con quattro elementi di categoria superiore, ovvero Sortino e Verzì (che lo scorso anno erano in C Dil.), Prudente e Vetrano (già finalisti ai playoff di C2). Il risultato è stato il secondo posto in stagione regolare e la finale play-off contro il Paternò, conquistata sbarazzandosi in due gare di Basket School e Melilli.
«Gravina è la mia seconda casa – s’inorgoglisce – ed è una società seria, che fa del suo settore giovanile il fiore all’occhiello. L’impegno con la prima squadra comunque è stato ripagato da una stagione eccezionale e da una finale che abbiamo conquistato dimostrando il valore di un quintetto completo e di giovani che ormai sono una sicurezza per la categoria».

Nella finale di C2 di quest’anno s’incrociano i destini di tanti amici: con gli avversari giocano Duscio e Castiglione, ex compagni di squadra di Marino, e c’è anche coach De Luca.
«Non dimentico Maurizio Grasso: con il suo innesto il Paternò è diventato il favorito alla vittoria finale, lui dovrebbe ancora giocare in B Dilettanti! La classifica finale è bugiarda: il quinto posto va stretto ai nostri avversari. Famà, Castiglione e Duscio possono fare la differenza in C Dilettanti, come è successo due stagioni fa ad Adrano, e De Luca è un grande allenatore. Sarà una partita equilibratissima, ma noi abbiamo a disposizione un ottimo gruppo e faremo sudare i nostri avversari, sfruttando soprattutto il fattore campo favorevole».

Dopo sei stagioni in campo con la maglia dello Sport Club, Marino vivrà questa finale dalla tribuna del Pala Arcidiacono, con la consapevolezza che comunque vada il Gravina è tornato una grande del girone e che il lavoro svolto negli ultimi mesi da tutta la dirigenza è stato ripagato dalla conquista della finale-derby. E che il ritorno in C1 non è affatto un’utopia…

Roberto Quartarone