Orange Camp, grandi nomi e grandi numeri

La 12a edizione: 90 ragazzi la prima settimana, 150 la seconda… Ospiti Valli, Martini, Tranquillo, McDaniels, Eric, Agosta e Sorrentino… Agosta: «Spero che i ragazzi vengano qua per divertirsi»… I catanesi dello staff…

Tutti i partecipanti all'Orange Camp (Orange Camp)

«Siamo arrivati alla 12a edizione!» Paolo Marletta e Riccardo Cantone non possono che essere soddisfatti ancor prima d’iniziare l’Orange Camp, l’appuntamento annuale che si svolge al villaggio Kastalia di Santa Croce Camerina e nelle precedenti edizioni ha coinvolto ben 3.300 ragazzi, 35 capi allenatori, 350 assistenti istruttori e 70 ospiti vip. Quest’anno, al camp sono intervenuti 90 ragazzi nella prima settimana, mentre 150 partecipano alla seconda. A vigilare sulla loro crescita, sono stati chiamati coach Valli la prima settimana e i coach Martini e Flavio Tranquillo per la seconda settimana; ad aiutarli, dimostrando la loro abilità sul campo, nomi come Lashun McDaniels (ex Rimini, Imola e Cantù in A1, con un passato senza giocare in NBA e un presente da allenatore), Marija Erić (ex play di Priolo, recentemente tornata a Faenza), Alessandro Agosta (ex pivot in Legadue con Trapani e Novara), Andrea Sorrentino (guardia della Virtus Ragusa).

Uno staff anche quest’anno di tutto rispetto, per coordinare allenamenti e corsi di specializzazione, fiore all’occhiello dell’Orange, campo in cui, come detto dallo stesso Head Coach Valli: “Si riesce davvero a costruire qualcosa”. “Sembro dell’organizzazione, è il mio nono camp! – commenta l’ex assistent coach del leggendario Dan Peterson – c’è una grande amicizia che mi lega a Marletta e Cantone, sono stati miei assistenti quando allenavo Ragusa, sono prima degli amici e poi allenatori”. Ribadisce il concetto Valli quando infine afferma: “Al camp nascono buoni giocatori. Ci vorrebbe solo una componente tecnica nelle squadre di appartenenza altrettanto buona per completare un lavoro proficui iniziato con l’estate”.

Lashun McDaniels con i ragazzi (Orange Camp)

Ospite d’eccezione della dodicesima edizione è stato l’allenatore internazionale ed ex giocatore Lashun McDaniels, lasciatosi contagiare senza riserve dall’entusiasmo del camp ragusano: “ Quando sono arrivato qui ho capito che era un posto fantastico. I ragazzini vogliono imparare il basketball, immagino che non potessero pensare che un giocatore che viene dall’America potesse insegnar loro qualcosa, quindi è una bellissima settimana. I bambini pensano: “Se lui è qui, e ha giocato ad alto livello e può farcela, anch’io posso”. Arrivano a considerarmi anche uno di loro quando sentono che parlo italiano. Vedendomi da vicino, capiscono che non sono così grande e che anche loro possono arrivare ad alti livelli con l’impegno e la determinazione”.

Insieme all’americano Mc Daniels l’Orange Camp ha ospitato nuovamente Alessandro Agosta e Marjia Eric. “È il terzo anno che mi faccio incastrare, da quando conosco Paolo Marletta”  confessa Agosta, pivot della neo promossa in Lega3 Capo D’Orlando. “Io firmo le magliette, faccio qualche dimostrazione ma mi rifiuto di schiacciare!!! Venir qui è sempre un’esperienza divertente e non affatto malvaggia dopo aver chiuso la stagione regolare!” continua con la consueta ironia che lo caratterizza. “Molti ragazzi tornano ogni anno perché crescono e perché apprendono. Mi ricordo che quando feci un camp a Cesenatico con Pillastrini, mi rimase molto impresso la sua spiegazione, mi rimase a lungo. Ho visto tanti miglioramenti dopo esser passati da qui, ma sono evidenti perché tanti crescono fisicamente.”

“Spero che i ragazzini vengano qua per divertirsi, non per il futuro nella pallacanestro – prosegue Agosta– qualcuno ha l’ambizione, ma l’obiettivo è l’aggregazione. Posso considerarmi un esempio perché sento ancora tanti amici che facevano camp con me, nonostante abbiano smesso”. Rivolgendosi direttamente ai campers Alessandro ha detto: “Auguro a tutti di diventare giocatori, ed aver una bella vita. Io giravo l’Italia, sono stato molto fortunato, ho fatto sacrifici divertendomi. Spero quindi che emerga qualche altro ragazzo siciliano, perché siamo veramente pochi. Guardano con gli occhi pieni di stelline i grandi come Scarone e cercavo di emularli: non mi paragono a lui, ma spero che sia lo stesso anche per i ragazzi del camp”.

Giorgio Valli firma magliette (Basket Catanese)

Insieme ad Alessandro Agosta, Marjia Erić, la forte play serba quest’anno in forze per l’ultima parte della stagione all’ Erg Priolo, ma già in partenza per Faenza. “L’anno scorso è stata la mia prima esperienza qua ed ho conosciuto un gruppo splendido di organizzatori come Valli, Cantone, Marletta, Lambruschi. Il loro segreto sta nella passione nel fare questo lavoro. Il camp è organizzato molto bene, mi riferisco al posto, della gente e chi segue i gruppi.  Sono tre-quattro ore di divertimento in cui però i bimbi hanno la possibilità di entrare nel mondo della pallacanestro in modo serio. Personalmente ho piacere di star qui perche adoro i bambini e quindi passare del tempo con loro mi fa tanto tanto piacere!”

L’entusiasmo più grande è stato dimostrato però dai veri protagonisti dell’ Orange, cioè i ragazzi partecipanti. Per loro tanti momenti di svago in piscina ed al mare, ma il vero entusiasmo è nato sempre da attività legate alla palla a spicchi come i 3 contro 3 serali e l’emozionante All Star Game, dedicata a tutti i campers ed all’incontro tra istruttori ed i migliori under del camp.

Tanti i catanesi presenti alla dodicesima edizione. Tra lo staff, l’Orange ha ospitato per la seconda volta le istruttrici Minibasket Silvia Gambino e Chiara Borzì, ma ha distinguersi sono stati soprattutto ragazzi come Ugo Costanino, Alessio Genovesi, Michele Chillemi, Federico Ferrara, senza dimenticare la piccola componente rosa del camp fatta da Sarah Magrì e Lucrezia Gandolfo.

Appuntamento ora alla tredicesima edizione dell’Orange Camp, sempre più evento di tradizione del basket siciliano.

R.B.C.