E finì il basket senior a Catania

Nel capoluogo ci saranno solo una squadra in C2 e una in D, più la femminile… Azzerata la storia del basket catanese… Distefano: «Il Gad aveva tre alternative per continuare, ma senza il Cus abbiamo preferito prendere un attimo di respiro»… «Il nostro lavoro è passato inosservato»…

Nel capoluogo etneo, durante la stagione 2011-’12, ci sarà appena una squadra in Serie C2 (il Cus Catania 2003, eccettuando il Gravina che ufficialmente fa parte del comune dell’hinterland) e, al netto di eventuali ripescaggi, una in Serie D (la Futura Club, peraltro nell’orbita del Gravina). Il panorama catanese diventa sempre più desolante. Nell’ultimo decennio, sono scomparse dai campionati senior il Cus storico (C1, 2003), la Virtus (B2, 2007), la Lio (C2, 2007), la Grifone (C2, 2008), la Pall. Catania (B Dil., 2010) e da ultimo il Gad Etna (C2, 2011), per non parlare di tante altre piccole squadre di C2 e D. È stata quasi azzerata la storia del nostro basket maschile, cancellando dei nomi che hanno in sé un significato ben più grande del massimo campionato regionale.

Grifone e Gad Etna, rifondate negli anni novanta da Enzo Molino, portavano il nome delle due società etnee ad aver calcato la seconda serie nazionale in tempi ormai immemori. In mancanza di grandi successi nel presente, avevamo almeno un richiamo storico alle imprese dei pionieri: ora neanche quello. L’ultima esperienza che mirava a portare Catania ad alto livello, quella della Pallacanestro Catania, si è conclusa risucchiando questi baluardi storici. È notizia di lunedì la composizione dei gironi di Serie C regionale, in cui manca il Gad Etna, non iscritto e quindi destinato solo a fare attività giovanile.

«L’anno scorso – spiega Marco Distefano, il direttore sportivo della Pall. Catania – abbiamo fatto un campionato che doveva servire a continuare il progetto iniziato con la Pallacanestro Catania, anche se in maniera differente, utilizzando giovani di Catania per farli crescere in un determinato modo. Abbiamo impostato una squadra che potesse ambire al salto di categoria utilizzando due trentenni, alcuni giovani senior come Loris Catotti e Roberto Saccà e un gran numero di Under-19 locali. La squadra è cresciuta strada facendo ed è mancato solo l’atto finale».

Finita l’avventura ai play-off, la società era a un bivio.
«Le alternative erano o il ripescaggio in Serie C Dil. o continuare la C2 – prosegue Distefano –. Si è valutato che il contesto attorno alla richiesta di ripescaggio non convergeva, né da un punto di vista economico, né dal punto di vista dell’interesse generale, né dal legame con il Cus. Il progetto con il Cus faceva sì che la Pall. Catania prima e il Gad Etna poi fossero lo sbocco naturale dell’attività giovanile; ma alla fine della scorsa stagione questa collaborazione non c’era più. Ci hanno fatto capire che non era più come prima, ci lasciavano liberi di fare ciò che volevamo: sicuramente avevano visto la possibilità di legarsi a un altro tipo di situazione che poteva rappresentare un motivo di rinascita o di proseguire un percorso iniziato con la Pall. Catania. A questo punto, fare la C2 come l’anno scorso, cioè affrontare un campionato con ragazzi che si allenano tanto e bene, ha costi notevoli, superiori al semplice rimborso per i giocatori. L’ultima soluzione era fare la C2 per vivacchiare, ma non ha senso, serve solo a buttare i soldi. E comunque arrivare in C2 non è difficilissimo, non sarebbe un problema tornare. Valutato tutto ciò, a malincuore si è deciso che era meglio interrompere, prendere un attimo di respiro».

La decisione è anche figlia del disinteresse generale attorno alla società.
«Sotto tanti aspetti lo scorso campionato non ha dato frutti. I risultati da record non sono stati considerati, nemmeno a livello federale, il nostro lavoro è passato quasi inosservato. Eppure era una squadra fatta da catanesi che ha perso solo una partita di un punto e la semifinale playoff (che è un torneo a parte). Infine, in questo periodo di congiuntura, in cui si fa fatica a trovare sponsor, diventa tutto impraticabile».

Quindi è tutto finito?
«La società Gad Etna è ancora in vita, ma ancora è presto per decidere quali squadre giovanili mantenere. I giocatori andranno dove saranno richiesti, alcuni sono già svincolati, alcuni non erano nostri. Poi si faranno degli accordi societari per farli giocare dove sarà più consono per la loro crescita. Non saprei se un giorno si tenterà di ripartire, al momento no. Bisogna capire se abbiamo lasciato un segno positivo al movimento o meno, da questo vedremo se è il caso di farlo. Magari si è dimostrato che non è la cosa adatta a noi… non lo so
».

Intanto, le speranze della Catania cestistica ripartiranno dalla DNC, dal Basket Acireale: sarà al PalaVolcan dove si tenterà di vedere del buon basket; senza dimenticare le matricole Gravina e Paternò. A Catania città rimarrà la fucina giovanile del Cus, le ragazze della B (Rainbow) e della C (Lazùr e L’Elefantino), ma a livello senior maschile ci sarà ben poco da andare a vedere. Se nel 2007 e nel 2010 eravamo all’anno zero, adesso stiamo andando a ritroso nel tempo e nulla lascia presagire che questa situazione cambierà.

Roberto Quartarone