Belpasso si tira su, Zafferana ormai rassegnata

Marco Lo Faro sostituito da Liguori… Buon inizio degli ospiti, che crollano nella ripresa… Grasso, Pappalardo e Asero mattatori… 32-7 nell’ultimo mortificante periodo…

Belpasso-Zafferana 85-52

Parziali: 19-17, 37-32 (18-15); 53-45 (16-13), 85-52 (32-7).

Azzurra Onlus Belpasso: Barrera 2, Urzì 2, Cavalli 4, Grasso 15, Famoso 9, Castro 9, Ambrosio 5, Concorso © 7, Sorbello 1, Pellegrino 5, Pappalardo 14, Asero 12. All.: Liguori.

B. C. Zafferana: S. Garozzo, Cimino 10, Augenti 4, Sapienza © 13, D’Urso, D. Garozzo 2, Volcan 15, Pistarà 3, Messina 5, Fontana, La Rosa. All.: Privitera-Moretti.

Arbitri: Alcoraci e Valvo.

Zafferana è spacciato: la squadra del duo Privitera-Moretti cede le armi a Belpasso e si rassegna al concentramento salvezza, in cui però dovrà superare Taormina per sperare di salvarsi. I belpassesi, invece, riescono a ribaltare una situazione che sembrava essersi fatta pesante vincendo con grande determinazione nel secondo tempo: si giocheranno fino all’ultimo la salvezza diretta contro Giarre.

Dopo l’addio a Marco Lo Faro, maturato dopo l’imbarcata casalinga contro Priolo, la squadra è tornata in mano a Gerardo Liguori, che schiera un quintetto esperto per avere ragione degli ospiti. Concorso e compagni però partono male, si fanno bastonare dal decano Sapienza (che va per le 47 primavere) e soprattutto non sono incisivi sotto canestro. Tutto a beneficio degli zafferanesi, che si scuotono grazie alla vena di Volcan e Cimino. Poco a poco Belpasso prende in mano la gara, ma gli ospiti sono sempre lì. Tutto l’opposto al rientro dagli spogliatoi dopo l’intervallo lungo: Zafferana non gioca praticamente più, bloccata, non arriva nemmeno al tiro. Ne approfittano gli ottimi Emmanuele Pappalardo e Damiano Asero, che tracciano il solco confermato con il mortificante 32-7 dell’ultimo periodo.

Poco da aggiungere sulla gara, se non che Belpasso può seriamente pensare a salvarsi se giocherà le ultime partite come nel secondo tempo di questa. Giarre è avvertito.

Roberto Quartarone