Federico Cicero: «La Lazùr è ancora in itinere»

Il presidente della società fucsiablù soppesa la sua squadra… La possibilità di inserire novità entro il 28 febbraio… «Eric al di sopra del lotto»… «Possibilità Under-20»… «Costruisco attorno a Catanzaro»…

La Lazùr è l’unica squadra che sin dall’inizio ha dichiarato di voler puntare ai play-off per la Serie A2. Finora, la formazione fucsiablù non ha tradito le attese, perdendo solo il derby con la Rainbow e vincendo in scioltezza con le altre avversarie. «È vero – spiega il presidente Federico Cicero – ma la squadra è ancora in itinere. Nonostante il lavoro di Gianni Catanzaro, non siamo riusciti a raggiungere un amalgama soddisfacente, non vedo ancora un gioco d’insieme. Inoltre siamo indietro con la preparazione atletica: abbiamo cominciato tardi, ora abbiamo anche una nuova preparatrice, per cui stiamo lavorando per recuperare».

Potrebbero esserci altri innesti nel roster?

«Attualmente no, abbiamo comunque tempo fino al 28 febbraio. Se vale la pena di aggiungere qualcuna, valuteremo nei due mesi residui di campionato. Il problema è che alcune squadre di Serie C non sono un test probante e che poi ci sarà un mese di stacco prima dei play-off. Non conoscendo le avversarie, dobbiamo capire se queste realtà con cui ci dovremo confrontare sono di alto livello».

Come giudica la squadra?

«C’è una giocatrice al di sopra del lotto: Marija Eric, fuoriclasse anche per l’A1. Lei è molto intelligente, sa quando accelerare, prendendo le redini se le compagne sono in difficoltà, e quando mettersi al servizio della squadra, facendo giocare le altre. La sua tecnica è avanzata e a volte le ragazze non la seguono. Le altre nuove sono arrivate perché ci hanno cercato loro. Licia Gioia è una ragazza dal grande carattere che collabora con noi facendo grossi sacrifici, perché lavora a Siracusa, ma è volenterosa e meritevole. Valentina Ripellino nel passato ci ha dato tanto filo da torcere, perché è dura e coriacea sotto canestro, e anche lei fa sacrifici venendo da Licata, ma ci sta dando un ottimo apporto. Delle storiche ringrazio Deborah Bruni, che è un pilastro della società, il capitano che ci supporta e dà l’esempio, Buscema e Carbone per l’impegno che mettono, e Cutugno, che dopo la gravidanza è tornata sul parquet con una grande volontà di recuperare».

E le più giovani?

«C’è un ritorno di fiamma di Licciardello, che ha ripreso al meglio, deve ancora migliorare in difesa, dovrebbe stare più giù con le ginocchia, ma sono sicuro che quando sarà il momento clu della stagione la sua difesa sarà d’ottimo livello; Pistritto e Lombardo sono ottimi innesti. La prima è una play che cresce bene sotto Eric, la seconda è un’ala che purtroppo non può essere costante con gli allenamenti per lo studio. Le nostre giovani vanno a fasi alterne, Messina e Privitera dimostrano buona qualità a sprazzi. E speriamo di recuperare le infortunate, Grosso e Tropea».

Saltato l’Under-19, ci sono possibilità per un campionato giovanile?

«La federazione nazionale non ha acconsentito al campionato a tre Under-19, anche perché l’anno scorso nessuno è andato a fare le finali nazionali. Ho proposto a Rescifina di fare un campionato Under-20, il presidente regionale ha accettato e ora lo stiamo proponendo alle società, per raccoglierne 4-5. Anticiperemo così i tempi rispetto alla riforma».

Ma cosa la spinge a investire ancora nella pallacanestro e a puntare anche alla promozione?

«Presi la Gimar per la mia ex compagna, Saska Aleksandrova, e sui resti di quella società fondammo la Lazùr: ciò che abbiamo vinto negli anni seguenti lo ricordano tutti. Quando Saska è partita con Alessandra Formica, si è smembrato il nocciolo duro di chi ha vinto lo scudetto, ma ho deciso di ripartire dalla base. Sto costruendo tutto attorno a Gianni Catanzaro, che ha preso le redini della squadra. A fronte di sacrifici personali ho voluto continuare il progetto, sia per le ragazze erano cresciute in società, sia per quelle che stavano sbocciando, come Carolina Pappalardo, che è una creatura di Catanzaro e che è andata anche in Nazionale».

 

Roberto Quartarone
da La Sicilia, p. 51

Lascia il primo commento

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*