Di Masi: «Ecco i perché della mia scelta»

L’ex allenatore dell’Alfa parla del suo nuovo ruolo… «Gestiremo al meglio ciò che abbiamo»… «Bianca ha le giuste idee, faremo una squadra divertente»… «Voglio sedermi a tavolino e iniziare sinergie»… La nota amara sulla realtà catanese…

Davide Di Masi
Davide Di Masi

Per diventare grandi, si deve partire dalla base e così ha fatto la Polisportiva Alfa, giunta in Serie C dopo cinque stagioni di gavetta per la prima squadra e le giovanili. La società catanese ha da quest’anno un responsabile del settore giovanile, Davide Di Masi, che ha lasciato la panchina della prima squadra in favore di Andrea Bianca.

«La mia scelta è stata ponderata – spiega Di Masi, che ha condotto per quattro anni l’Alfa in vetta a Promozione e Serie D –, siamo cresciuti molto in questi anni e c’è un problema d’organico. È dura trovare un istruttore minibasket valido e così ho fatto la mia scelta, umana e professionale».

Cambia il punto di vista per il coach, ex giocatore delle minors etnee fino alla B dilettanti con la Pall. Catania. «L’obiettivo è gestire al meglio ciò che abbiamo – prosegue –. Aumentando gli iscritti, mi prendo l’onere di fare suddivisioni e programmazioni, legate anche all’impianto, e a gestire tutti i gruppi. Inoltre voglio sedermi a tavolino e iniziare altri progetti con le società vicine, c’è troppo frazionamento e vedremo a cosa porteranno le nostre proposte».

Anche in prima squadra cambierà molto. «Sono contento di Andrea Bianca – afferma il coach –: è un giovane che ha le giuste idee e il giusto modus operandi per relazionarsi con giocatori piccoli e grandi. Faremo una squadra divertente, l’impegno sarà notevole, ma c’è il giusto entusiasmo. Mi sarebbe piaciuto poter allenare, soprattutto considerando che la squadra è nata con me e Carmelo Carbone, con un’Under-13 dalle ceneri della Pall. Catania».

«Alla base c’è la stima reciproca – riprende Di Masi –, l’Alfa è davvero una famiglia perché se c’è un problema tutti cercano di risolverlo, a partire da Nico Torrisi. Nelle giovanili lavorerò insieme a Salvo Taormina ed Enrico Famà, con cui ci suddivideremo i gruppi e se dovesse esserci la necessità cercheremo un’altra figura come allenatore».

La discussione con Davide si conclude con una nota amara sulla realtà catanese: «È assurdo che tra tutte le province della Sicilia Catania sia una delle ultime. Anche quando siamo riusciti a primeggiare, non siamo riusciti a crescere su tutta la filiera, perché l’idea del coltivarsi il proprio orticello è malsana, crescono insieme anche le invidie. Dobbiamo fare nascere collaborazioni che durino. In più credo sia incredibile che spesso qui a Catania chi vale tanto venga costretto a smettere e chi invece vale pochissimo venga invece valorizzato. La mentalità di chi dirige dev’essere da buon padre di famiglia ed è ciò che ho visto in Nico Torrisi. Non vedo questa mentalità nemmeno in ambito federale, in cui ci sono alcuni aspetti della politica FIP che mi ricordano quella politica reale che odio e perciò me ne tengo fuori».

 

Roberto Quartarone
da La Sicilia

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