Le stelle giarresi brillano una notte ancora

Il successo della “One More Night”, il ritorno in campo di tanti protagonisti della storia giarrese, in una sfida al presente… Si crea così la tradizione e l’appartenenza…

Una parte dei veterani insieme all’ex presidente Vincenzo Ferraro (foto R. Quartarone)

Una notte ancora sul parquet del PalaJungo, una notte ancora a far sognare il pubblico giarrese. La One More Night gialloblù è una festa che rimarrà impressa nella storia della palla a spicchi locale, un incontro tra veterani e nuove leve che ha permesso di scuotere via la polvere da nomi che negli anni settanta, ottanta e novanta erano temuti in Serie D e C2.

Con la tribuna affollata malgrado la nevicata, si è celebrata la storia del Basket Giarre riportando in campo Licciardello, Parisi, Spina, Romeo, Parasiliti, Saggese, Spadaro, Patanè, Vasta, D’Angelo e Le Mura e, come guest star, anche il sindaco D’Anna; in panchina, a guidarli, coach Orestano. Mancavano solo Di Bella e Castelli, fuori per lavoro malgrado fossero tra i più votati nel contest online.

L’altro D’Angelo, Ignazio, cura ogni dettaglio (supportato da D’Urso, Grasso, Di Bella, Scandurra e Vasta), oltre ad allenare il Giarre 2016-2017, quello che sta giocando tanto bene nel girone sud di Serie D e che sfida i propri predecessori. Vincono gli eterni giovani dai capelli brizzolati, 80-77, in un contesto di divertimento. Arbitri della partita sono Vasta e Alia, altre due colonne storiche del basket giarrese.

Salvo Spina contro Mario Spina, sullo sfondo il pubblico giarrese (foto R. Quartarone)

Ad assistere ci sono anche gli ex presidenti Ferraro, Andò e Cardillo (mancano Foti, Testa e Russo), gli ex coach Privitera e Sergi (mancano Strazzeri, Modafferi e Toscano): tutti ricevono un riconoscimento e hanno un momento in cui possono esprimere il loro affetto nei confronti della società ora guidata da Spada. Si ricorda anche Giovanni Pappalardo, già giocatore e allenatore, scomparso di recente.

Prima e durante la partita, lo staff cura ogni dettaglio e così si possono vivere i 40′ di gara con leggerezza e divertimento, tra le magie dei giovani e le giocate d’esperienza dei veterani.

L’obiettivo principale è stato comunque raggiunto: parlare di passato, di radici, riportare al palazzetto chi ha fatto sognare le generazioni precedenti. Tutto ciò crea tradizione e senso di appartenenza ed è un aspetto fondamentale per gettare le basi per il futuro.

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Roberto Quartarone
Twitter: @rojoazul86

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