D’Angelo: «I miei 15 americani, un gruppo di uomini»

«Una grande festa, con ragazzi cresciuti su questo parquet»… «Il pubblico ha spinto ogni pallone a canestro»… «La dedico a chi ha reso questo possibile»…

La festa di coach Ignazio D’Angelo a fine partita (foto R. Quartarone)

Il pugno al cielo, il sorriso verso il pubblico, l’abbraccio con la figlia, la festa con la squadra: coach Ignazio D’Angelo era incontenibile alla fine della storica partita che ha riportato il Basket Giarre in Serie C Silver. Tanto sofferta è stata la serie play-off contro Torrenova tanto la vittoria è dolce e meritata.

«Non ho toccato il piano partita dopo la sorpresa di Campbell, che ha inciso pochissimo sulla partita esordisce l’allenatore, che è alla quinta stagione sulla panchina gialloblù -. La questione americani delle serie inferiori è tutta da discutere: non dico che non ci debbano essere, ma che ci siano almeno regole chiare e uguali per tutte le serie. E se ci saranno delle regole sugli americani, occhio che ne ho 15! Attenzione!»

È stata una vittoria del collettivo, che ha ripetuto l’intensità vista in gara-1 e riscattato la sconfitta in trasferta. «Gara-2 è stata difficile, strana – prosegue D’Angelo -: Riccardo Arcidiacono non ha inciso perché si è innervosito e Alberto Marzo ha dovuto fare da solo. Il fattore campo ha inciso. Loro non hanno sbagliato nemmeno un tiro e Arto ci ha massacrati. Il vantaggio del campo significa anche questo».

Conquistare la promozione in casa ha tutto un altro sapore. «Una grande festa – sorride il coach -. Qui siamo stati davanti a un pubblico che chiamare sesto uomo è un’offesa. Ogni pallone che è entrato l’hanno spinto i tifosi. È una grande soddisfazione. Sono un allenatore fortunato: ho il miglior gruppo di uomini che questa serie possa offrire. Voglio sottolineare che a parte Arcidiacono, che ormai è uno di noi, 14/15 di questa squadra sono cresciuti su questo parquet. Sfido qualsiasi altra squadra da play-off ad avere lo stesso roster».

Il PalaCannavò bardato di palloncini gialli e blu (foto R. Quartarone)

La sua emozione finale non è passata inosservata: «Alla fine è stata una grande emozione, ragazzi! Sono entrato qui che avevo 6 anni, fra meno di un mese ne faccio 40. Come non emozionarsi per una vittoria conquistata a casa tua? L’odore del parquet, questa struttura, sono più casa di casa mia. Una grande emozione che forse non sto ancora apprezzando in maniera completa».

Per la One More Night avevamo ripercorso la storia del Basket Giarre. Sono state pochissime le promozioni sul campo: nel 1952 in C, nel 1971 e nel 1979 in Serie D, nel 1983 in Serie C2. Da allora, la squadra ha viaggiato tra C2 e D, ma senza festeggiare salti di categoria sul campo. «Eh, già – ammette il coach -. È la prima promozione dal 1982-’83. Avevo 5 anni. Sono felice!»

«Voglio dedicare la promozione a tutti coloro i quali l’hanno resa possibile – chiude Ignazio –. Alla dirigenza, al gruppo di uomini e mi va di citare prima di tutti chi si è sacrificato durante la settimana con pochissimi minuti in campo, non hanno mai mollato un centimetro: Genovesi, Cantarella, N. Leonardi, M. Costanzo, L. Costanzo, Vitale, Maida. Parlo di persone che hanno sputato sangue su questo parquet quando, avendo dei minutaggi bassi, potevano tirare i remi in barca e non l’hanno fatto».

Anche il notaio Andrea Grasso, dirigente responsabile della squadra esulta. «Sono felicissimo per il pubblico, 700 persone non le vedevamo da anni. C’erano tutte le autorità cittadine. Mancava solo il presidente provinciale della FIP».

Roberto Quartarone
Twitter: @rojoazul86

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