Un giorno con l’Armata bianconera

Il racconto di Alessandro Randazzo della promozione di Adrano nella finale play-off di Serie D, vista in mezzo all’Armata Bianconera al PalaVolcan…

13 maggio 2018, una Domenica spensierata, cielo sereno e poco nuvoloso, un po’ di venticello.

L’armata bianconera

Quella domenica apparentemente tranquilla è stata scossa da un mio amico di Adrano City: “Ale sto andando al PalaVolcan, gara-3 Acireale-Adrano, passo?“- avevo seguito le prime due gare leggendo gli articoli del giorno dopo e sapevo che sarebbe stata una partita combattuta e avvincente -“Ok, ci sto“.

Passata l’A18, uscendo ad Acireale e saltando la parte del casellante isterico che sbaglia il resto, arrivo al palazzetto e già si inizia a sentire l’aria da finale. Salutiamo dei ragazzi di Adrano che mi introducono al mondo della loro squadra: si parla di Whatley, punta di diamante della formazione guidata da coach Morelli, di Pennisi, ex Alfa/ex Cus/ex ex, di Russo e Ricceri, la coppia di fatto che ha dato gioie anche alla loro facoltà di Economia al Palio d’Ateneo 2016, ma anche di Leanza, “l’enfant prodige” che tanto “enfant” ormai non è, dei cugini Bascetta e soprattutto della famosa “Armata bianconera”, la tifoseria della squadra. Dopo racconti e aneddoti sulla delusione dei due anni precedenti e delle due finali perse consecutive, entro e mi siedo nella parte dei tifosi in attesa dell’ingresso in campo dei giocatori. L’aria è tesa come ai tempi della Guerra Fredda, gli Adraniti (o “durnesi”) dopo qualche minuto di preparazione di bandiere e tamburi, iniziano a intonare cori di supporto:

L’Adrano Basket, Leanza fa il cuore 

Abbiamo un sogno nel cuore, Adrano torna campione“.

Tutto è pronto, si gioca.
I Bascetta, Whatley, Pennisi e Ricceri: il quintetto adranita schierato da Morelli se la deve vedere con i granata di cui i più temuti sono Budrys e Patanè. Primo quarto molto equilibrato. Pennisi con la carogna nel cuore sblocca Adrano realizzando un libero, dall’altra parte un Budrys di ghiaccio guida Acireale in attacco trascinando i suoi compagni. Il gioco dei bianconeri non è sinuoso ma rimane efficace e i primi 10 minuti si chiudono col punteggio di 18-16.

 

Nel secondo quarto entrano “il gladiatore” Grasso, accolto in modo festoso dai tifosi, e Leanza che appare un po’ appesantito dal polpettone del pranzo domenicale ma che rivela una leggiadria nell’area avversaria tale da suscitare l’invidia della prima ballerina del Teatro alla Scala di Milano; tutto questo però non basta e i padroni di casa prendono il largo con le triple di Budrys e Patanè (40-24).

Festeggiamenti in campo

Quando tutto sembrava perduto ecco che si accende una speranza con i contropiedi devastanti di Whatley (e dagli spalti parte il solito coro: “Ennis’ on fire, your defense is terrified” con tanto di balletto carico di genuina ignoranza), la tripla piena di rancore di Pennisi e il sorpasso negli ultimi secondi (42-44).

Nell’intervallo lungo c’è anche spazio per quattro botti che non fanno mai male, per smorzare la tensione: “Signor giudice, so’ ragazzi! Na ragazzata“.

Si torna in campo, tensione sempre più palpabile, la battaglia è la solita: L’americano (Whatley) e il ragazzo che vuole mostrare di che pasta è fatto da 20 anni (Pennisi) contro il lituano (Budrys) e l’attore degli anni ’70 di film per adulti (Patanè). Serie di botta e risposta, con interventi esterni di Venticinque e Panebianco per i granata e di Leanza e Ricceri per i bianconeri (61-58).

L’americano e il catanese (Whatley&Pennisi)

Gli ultimi 10 minuti (percepiti almeno 50) sono quelli decisivi. Si vede Whatley ballare durante i tiri liberi, si vedono le manate esperte e sagge di Antronaco sotto canestro, si vede il giovane granatino Gulisano più coraggioso (9 punti per lui nell’ultimo parziale). Da segnalare la stoppata di Whatley in recupero (alla LeBron) sul contropiede di Acireale sul 76-73, segnale d’inizio di un momento di onnipotenza dell’americano. Con i punti dei soliti noti che portano avanti le rispettive squadre si arriva all’ultimo minuto, 80-76 per Acireale.

Nessuno vuole fare la mossa sbagliata, in confronto la crisi missilistica di Cuba del 1962 era una scampagnata fra amici. Pennisi prende palla, va nell’angolo e si prende un tiro da vero leader (80-78), la tribuna diventa un fuoco che ad un certo punto pensavo mi trovassi al derby di Belgrado. Acireale spreca, 19 secondi, ultimo possesso per Adrano: circolazione veloce, Pennisi, Leanza, Whatley; l’americano fa un palleggio e decide di alzarsi dietro la linea da 3, marcato da due giocatori, facendo partire il classico meloncino della disperazione. Dati ISTAT dicono che i meloncini della disperazione al 99% non entrano, ma questa volta la statistica non può farci nulla. Tabellata ignorante dell’americano e il palazzetto esplode (80-81).

Grasso festeggia e chiede a che ora inizia l’open bar

Il tabellone però segna ancora un secondo da giocare.
Dopo il time out della squadra di casa si rientra in campo, rimessa di Patanè, palla lunga per Budrys che prova il tocco vincente ma la palla non entra e può iniziare la festa bianconera.
L’ADRANO BASKET E’ IN SERIE C.

Seguono momenti di estasi dei tifosi, l’armata bianconera non ci può credere, vengo travolto da ascellate che sanno di essenza di maschio alpha, le ragazze in tribuna hanno gli occhi pieni di lacrime (o per la gioia o per l’essenza citata prima), i giocatori in campo ringraziano i supporters lanciando le maglie. La festa continua fuori con Grasso in mezzo all’armata a festeggiare, arriva anche l’idolo Whatley e l’eroe Pennisi che sembra non credere a quello che stava accadendo, i ragazzi di casa Russo, Ricceri, Leanza e coach Morelli tutti carichi a mille sperando di perdere la dignità in qualche bar alle 4 di notte urlando “C SIAMO“.

Whatley in mezzo ai tifosi

Una giornata con l’Armata bianconera, indimenticabile, le emozioni che si provano anche se non si è tifosi, il clima familiare, l’essenza dello sport, del basket. Perché se esistono gli Dei del basket, quel meloncino della disperazione, l’hanno fatto entrare loro: per i ragazzi che giocano, per i tifosi, per la resilienza che ha dimostrato la squadra in questi anni, per la città e i suoi colori.

Abbiamo un sogno nel cuore, Adrano torna campione” dicevano. Adrano quel 13 maggio, è tornata campione.

 

Alessandro Randazzo

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