Guerra: «Contento di ciò che ho visto»

Intervista al neo coach dell’Alfa dopo la partita contro Caserta… «Caratterialmente ci siamo, bisogna lavorare sulle sbavature difensive»…

Massimo Guerra (foto R. Lazzara)

Il primo a pagare, quando le cose vanno male, è sempre l’allenatore. Così è successo ad Andrea Bianca a Catania, che è stato esonerato dalla guida dell’Alfa Catania a causa delle troppe sconfitte giunte per un approccio insufficiente della sua squadra. Eppure, è davvero dura essere competitivi in B con una squadra sfilacciata dai troppi infortuni e spesso con un quintetto in campo meno competitivo rispetto a quello che ha vinto la Serie C. È il gioco, tuttavia, e la dirigenza etnea doveva provare a dare una sterzata.

Dopo l’interim di Carlo Costa, sabato contro Caserta, c’era Massimo Guerra. Mai espulsione fu più bene accetta: il coach veneto infatti ha chiuso anzitempo la sua partita, ma proprio attraverso la sua cacciata per proteste ha trasmesso comunque un animus pugnandi finora sconosciuto alla compagine etnea. Per 40’, Gottini e compagni hanno difeso a uomo sulla capolista, limitandone gli attacchi e ripartendo in contropiede. Dopo l’espulsione, gli etnei si sono scossi e dal -17 sono tornati sul -7. È arrivata l’11ª sconfitta, ma con molti spunti positivi questa volta.

Carlo Costa, Carmelo Carbone e Massimo Guerra

«Accetto l’espulsione – ammette l’allenatore in sala stampa –, ma il fallo tecnico l’ho preso volutamente: l’allenatore deve prendersi carico di proteggere i proprio giocatori. Sono molto contento di ciò che ho visto in campo, l’ho anche ribadito nello spogliatoio. Abbiamo fatto buone cose nel primo tempo, ma sbagliando a causa di alcune distrazioni. È impensabile assimilare tutti i concetti difensivi in una settimana. Nel secondo tempo c’è stato un cambio d’atteggiamento. Dobbiamo continuare su questa strada, è quella giusta. Sono sicuro che le prossime partite ci toglieremo delle soddisfazioni».

Il coach etneo ha chiesto ai ragazzi di allenarsi anche ieri mattina, per poi rompere le righe e per ritrovarsi dopo Natale. «Caratterialmente i ragazzi ci sono – prosegue Guerra –.Dobbiamo togliere le sbavature difensive, con il lavoro, le idee giuste e la giusta concentrazione. Non per far paragoni infantili: se possiamo giocare a questo livello possiamo pensare di arrivare a vincere anche su campi difficili».

Massimo Guerra

Guerra, che contro la Tiber era in tribuna, ha iniziato ufficialmente l’avventura etnea martedì scorso. «La settimana è stata super positiva, ringrazio staff tecnico e società per l’accoglienza incredibile. Non è mai facile per chi arriva in corsa, soprattutto in una situazione problematica. Loro sono stati sempre super chiari e positivi. Siamo partiti con il piede giusto per mettere le basi di lavoro. Sono contento dell’atteggiamento dei giocatori. Abbiamo fatto una prima settimana di lavoro intensa. Già da oggi s’è visto qualcosa di interessante, con la voglia di non fermarsi. Ho avuto segnali importanti».

Il credo di coach Guerra, da quanto visto in campo, è di partire dalla difesa per sfruttare le migliori armi d’attacco a disposizione di Sirakov e soci. «Contro Caserta, ho notato la mancanza di abitudine ad alcune mie idee. Contro una squadra di secondo livello possiamo permettercelo, non contro la capolista. I ragazzi però hanno avuto una reazione, facendo calare le percentuali avversarie. La difesa è la prima cosa per costruire una squadra vincente. Gli attacchi sono divertenti, ma se non si ha una difesa solida, soprattutto per il livello della nostra squadra, è difficile vincere. È quello il nostro primo messaggio».

È stato l’esordio del neo allenatore in Serie B. Nel suo passato c’è una carriera da guardia tiratrice in A1 e A2. Da coach, nel 2012 ha preso il BC Jesolo e ha conquistato quattro promozioni, portando la squadra dalla Promozione alla Serie B, categoria a cui poi la società ha rinunciato. «La pallacanestro è uguale a qualsiasi livello. Sono stato giocatore professionista. A Jesolo si partiva dalle macerie di un fallimento, la cosa ci accomuna molto con Catania. Se fai quattro promozioni consecutive la base è importante e questo me lo porto dietro. Ho giocato a Messina, fu un anno speciale, e presto andrò a trovare Claudio Cavalieri e Dani Baldaro».

Roberto Quartarone

da “La Sicilia” del 24/12/2018

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