Salvo Coppa: “Alle interzona per fare esperienza”

“Non è una formazione All Star, il gruppo è sveglio e intelligente”… Giuliana La Manna unica catanese della squadra… “All’interzona troveremo gruppi più preparati e amalgamati, servirà tempo per aspirare a qualcosa di più”

CATANIA, 6 mar. – Dall’estate scorsa è diventato capo allenatore della Rainbow, sposando il progetto del presidente Ferlito: Salvo Coppa sta seguendo attentamente la crescita di una prima squadra che ormai ha amalgamato l’esperta componente catanese con il giovane gruppo cresciuto nella Trogylos Priolo

Salvo Coppa, allenatore Rainbow Catania
Salvo Coppa, allenatore Rainbow Catania

Martedì la Rainbow ha conquistato il primo successo: il titolo regionale Under-19. Non è stato un compito difficile, non certo per la poca qualità di Palermo, ma per la troppa forza delle catanesi, che si sono presentate nel capoluogo e al PalaGalermo con mezza formazione nuova. Sono infatti giunte in prestito Melissari (già alla Lazùr), Certomà e Anechoum dall’Olympia Reggio Calabria, Licciardello e Granata dalle cugine della Lazùr, Raniolo e Ragusa dalla Cestistica Ragusa. Oltre al gruppo di Priolo (Guerri, Terranella, Gambuzza, Oddo, Vinci e Milazzo), l’unica catanese della Rainbow è Giuliana La Manna.

«Complimenti a Palermo – esordisce il tecnico – che si è presentato con poche giocatrici, ma tutte valide tecnicamente e tatticamente ben messe in campo. Dal canto nostro siamo una squadra dal grande talento individuale, con giocatrici pronte per l’aggressività e la mentalità. Ma non sono preparate, abbiamo fatto solo due allenamenti insieme, non c’è ancora un’identità di squadra. Certo, le cinque che si conoscono giocano a memoria, tuttavia con le altre c’è qualche problema perché non ci conosciamo, ma per esempio Anechoum ha fatto degli ottimi aiuti difensivi e Melissari è molto sveglia ».

 

Parliamo un po’ della squadra.

«Sono molto soddisfatto perché abbiamo fatto vedere dei bei spunti nelle rotazioni difensive, negli aiuti, nella difesa al pick’n’roll, che non è facile da impostare a livello di squadra. Sono ragazze sveglie e intelligenti. Sono contento anche delle ragazze del gruppo storico di Priolo, che sicuramente hanno degli automatismi diversi rispetto alle altre, ma non sono più talentuose, ma il lavoro di tre anni insieme si vede. Il rammarico è non aver potuto cominciare con l’Under-19 ad ottobre, a quest’ora sarebbe una squadra di livello completamente diverso».

 

La Rainbow parteciperà al quarto concentramento della fase interregionale contro la campionessa della Campania, la seconda dell’Emilia Romagna e la terza della Lombardia, dal 16 al 18 aprile. Chi vince andrà al Girone B delle Final Eight del “Trofeo Tracuzzi”, dal 15 al 20 maggio, contro le vincenti dei concentramenti 2, 3 e 7. Con quali ambizioni?

«Sarà un bel girone tosto. Il nostro obiettivo è fare esperienza con il gruppo, non potremo passare alla fase nazionale con un gruppo che si allena insieme da così poco. E poi le avversarie sono più forti atleticamente e tecnicamente e, soprattutto, sono più amalgamate. Sei mesi insieme e si potrà aspirare a qualcosa di più».

 

Qualcuno ha definito la squadra un’All-Star. Che senso ha questo progetto?

«Non la definisco All Star, perché chiamo così le ragazze quando giocano male e si credono delle stelle. Lo vedo come un progetto giovanile che può avere un futuro già dal prossimo anno. È una bella realtà: significa che altri presidenti credono nel progetto Rainbow perché hanno dato in prestito le loro ragazze. Ed è anche un’ottima esperienza per le giocatrici. Spero che abbia continuità, perché così non avrebbe senso, l’obiettivo è fare progetti a lungo termine. È ancora presto per dire se si potrebbe applicare anche per la squadra senior. Per adesso pensiamo all’attività giovanile».

Roberto Quartarone