Senza la panca la squadra sbanca

Basket siciliano: Trapani (A dilettanti) e Siracusa (B dilettanti) vincono partite di vertice utilizzando soltanto sei uomini. Rolando si trasforma in Ronaldo, ma Catania perde l’imbattibilit interna.

Il bello e il brutto delle squadre siciliane di basket nell’ultimo fine settimana.

TRAPANI (A dilettanti) – Giocano in 6, uno dei quali esce dalla panchina e non segna. Quindi in realt giocano in 5, per i 77 punti che producono sono pi dei 70 di Ostuni. Si parla tanto dell’invincibile Barcellona (sar che proprio l’anno), ma Trapani sa vincere in casa della seconda in classifica – con un poderoso 15-27 nel terzo tempo – e adesso quarta.
CAVALIERI (Patti, B dilettanti) – Ha la panza, i calzoncini fino ai piedi, la maglietta penzolante. Ma comanda lui. Non sono solo i 18 punti in 26′: da riserva strangola Catania con la visione di gioco e il carisma, facendo collezione di responsabilit in una trasferta punto a punto, fino al 63-69 sull’ultima sirena. Patti chiari e quarto posto scippato ai cugini, battuti per la prima volta in casa.
GIUFFRIDA, CORVINO E AGOSTA (Siracusa, B dilettanti) – Anche in questo caso, quando accogli in casa la convivente con cui dividi il primo posto e hai solo 6 uomini da spendere, fa comodo un trio che ti sminestra 73 punti complessivi e 86 di valutazione. Reggio Calabria si arrende al supplementare (98-93) e viene sfrattata.

CONSOLI (Catania, B dilettanti) – Dopo quante partite cadono in prescrizione le giustificazioni da lungo infortunio? Per le prime apparizioni potevi sempre dire che almeno si tuffava in difesa, adesso purtroppo fa male alla squadra. Ha perso il coraggio e la sicurezza, non alleggerisce la pressione su Degregori e non tira mai. Coach Borz ha talmente pochi uomini che non pu rinunciare a lui; ma cos nel derby contro Patti non basta nemmeno il miglior Rolando della stagione (insolitamente aggressivo al punto che la signoruzza in tribuna fa fatica a riconoscerlo: “Ma cu , Ronaldo?”) e Catania perde l’insolita imbattibilit in un palazzetto sempre semivuoto.

Emanuele Grosso