La vergogna del post della vergogna

In questi giorni, nel profilo Instagram di Basket Catanese si stanno svolgendo le votazioni per i personaggi dell’anno. Tra una reazione e l’altra, ecco il post della Domenico Savio Messina in cui troneggia un gigantesco “Vergogna!” a stampatello e una risata di risposta alla storia con la votazione per i due arbitri Patanè-Barbagallo. È questo il tono del dibattito di una delle tre società all’ultimo posto in classifica nel Girone Bianco di C Silver che non trova di meglio da fare che urlare “Vergogna” agli arbitri acesi Marinancy Patanè e Federico Puglisi per aver fischiato un antisportivo che avrebbe deciso la gara contro Il Minibasket Milazzo (81-89). Durante la partita, ci sarebbe stato anche un episodio di razzismo di un tifoso che è stato condannato da entrambe le società.

Dopo la “stagione zero” 2021, un campionato monco e minimale, è la 2021-’22 la prima vera stagione dopo il grande lockdown. Si sta provando a ripartire, si sono varati campionati nuovi e forse sovradimensionati per molte realtà. Con un’attività di base sempre ridotta e tante società che devono ricorrere massicciamente ad atleti pescati in giro per il mondo per mettere in campo quintetti competitivi, chiaramente anche i ranghi arbitrali sono ridotti. Ci si prova, a fare attività, si sbaglia, alcuni elementi non sono ancora pronti per il salto di categoria, altri sono giovani, stanno imparando e vengono seguiti come si può in un territorio grande e con risorse ridotte.

Fatto sta che gridare alla “Vergogna!” contro una coppia di arbitri è la vera vergogna. Esistono ormai su moltissimi campi le dirette, l’uso delle clip è ampiamente diffuso e serve proprio a migliorare l’attività arbitrale. Si sbaglia e si migliora; chi non può stare nella categoria, difficilmente va avanti, mentre a chi è promettente deve essere data la possibilità di arbitrare. Starà poi agli istruttori valutare le segnalazioni, che devono arrivare anche nel modo giusto, con educazione e rispetto. Non è vero che gli arbitri sono intoccabili: anche loro vengono fermati, redarguiti, ripresi. Altrimenti non si crescerebbe mai. Inveire contro di loro, insultarli, fare dei post che dovrebbero farli vergognare o suscitare indignazione non aiuta di certo e denota una cultura sportiva molto carente. Che lo dica io, poco importa. Lo dice Flavio Tranquillo.

Roberto Quartarone

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