Rainbow, tutto in un anno

Dai play off per l’A2 ai play out di B1… La travagliata stagione della Rainbow Catania… La prima annata dalla fusione condizionata da sfortuna e da varie vicissitudini…

And B1 Rit
Nba 57-76 1a Nba 44-84
ME 50-59 2a ME 46-62
Por 47-41 3a Por 50-57
Mba 48-67 4a Mba 61-69
CE 52-64 5a CE 74-56
6a
Mad 47-50 7a Mad 65-45
And P.R. Rit
BA 47-52 1a BA 62-43
Mad 75-82 2a Mad 48-60
Cdo 66-60 3a Cdo 61-31
4a
BE 52-40 5a BE 68-33
Il roster della Rainbow: Santabarbara (20 presenze, 292 punti, 14.60 di media); Ferlito (20, 177, 8.85); D’Angelo (18, 82, 4.55); Giorgia Messina (17, 77, 4.53); La Manna (15, 66, 4.40); Gambino (14, 71, 5.07); Barbarossa (14, 38, 2.71); Pappalardo (14, 38, 2.71); Aleo (12, 140, 11.67); Parisi (9, 78, 8.67); Giulia Messina (5, 5, 1.00); Manganaro (4, 13, 3.25); Cutugno (3, 13, 4.33); Buscema (3, 2, 0.67); Licciardello (3); Chimenz (2, 25, 12.50); Felice (1, 2, 2.00); Caruso (1). All.: Laneri (9-12).
Il computo dei punti è dato dai singoli tabellini a cui si può accedere dalla tabella riassuntiva.

Aprile 2009, la Rainbow Catania finisce tra le lacrime i supplementari di gara-3 che con la sirena finale sanciscono il definitivo abbandono di un sogno chiamato A2. Una stagione da ricordare, non solo per i piani ambiziosi ma per il gruppo e per tutto ciò che di positivo le è girato attorno. Aprile 2010, la Rainbow Catania parte in sette verso Benevento per disputare l’ultima gara di play out, in cui ogni risultato sarebbe stato ampiamente inutile a causa del ritiro di Partinico che aveva garantito la salvezza a tutte le squadre del sottogirone D2.

Tutto in un anno. 365 giorni e poco più sono bastati per scrivere una pagina triste per una società di pallacanestro storica e che non ha certo meritato d’averla nei suoi annali. Ciò ancora di più se pensiamo a quanto è riuscita con il passare del tempo a realizzare per il basket catanese. In attesa delle riforme dei campionati l’incertezza può condizionare molte scelte. Le difficoltà di trovare inoltre uno sponsor per un settore femminile che sembra bistrattato a favore di un qualsiasi altro progetto maschile rende ancora più difficile programmare stagioni efficaci e allora presumibilmente le sinergie interne sembrano le uniche strade percorribili, ma purtroppo neanche queste suppliscono a tutto.

Durante l’anno cestistico appena trascorso sono piovute massicce dosi di critiche su una società ed una squadra che le ha attirate a sé per via di tante scelte ed atteggiamenti, riguardanti l’ambito tecnico e non solo, che hanno fatto sorgere più di un dubbio sull’iniziale bontà del progetto 2009/2010. Come se non bastasse tanta sfortuna è piombata addosso a questa Rainbow martoriata anche dagli infortuni che hanno colpito prima Chimenz, poi Gambino e Barbarossa; ma è stata ovviamente la rottura del crociato sinistro della lunga under-20 a far correre il rischio di marchiare negativamente da principio una stagione che era tutt’altro che scritta.

Nelle mani dell’ex coach della Lazur di B2 Giuseppe Laneri non si può dir però che sia stato affidato un roster di giovani inesperte o solo di belle speranze. I nomi con cui la squadra si apprestava ad iniziare il nuovo ciclo erano tutt’altro che insufficienti per affrontare quanto meno degnamente, il livello agonistico e tecnico che presentava il giorone D2 della B d’Eccellenza. Esclusa Chimenz la Rainbow ha potuto contare su Giuliana La Manna, Giorgia Messina, Rossella Manganaro, Marzia Ferlito, Valentina Cutugno, Silvia Gambino, Giorgia Pappalardo, Ileana Aleo, Roberta Barbarossa, Nisia Grosso, Stefania D’Angelo ed altre giovani che avrebbero disputato, secondo i progetti societari, anche il campionato di B2 come Valentina Parisi o Giulia Messina. Non si capisce quindi come potessero essere giustificate le voci di una squadra intrinsecamente debole.

Durante l’anno, poi, è avvenuto ciò che in un gruppo mai dovrebbe accadere: una dopo l’altra le giocatrici di punta hanno scelto d’andar via, di accasarsi altrove o di proseguire l’impegno all’interno della società percorrendo qualche “scorciatoia” in fin dei conti mai ostacolata da nessuno. Con un campionato iniziato disastrosamente, a far pensare oltremodo al peggio è stato il passaggio dopo la pausa natalizia di Aleo alla Rescifina di Messina, ma la situazione fortunatamente non è precipitare in modo ulteriore perché la squadra ha potuto continuare a contare sulla stagione altrettanto positiva di Marisabel Santabarbara, il costante impegno di Marzia Ferlito e la volontà delle ultime reduci del gruppo Barbarossa, La Manna, Gambino, Messina e D’Angelo ricomparsa però per l’occasione.

Durante le battute finali del campionato la necessità si è trasformata in un bel banco di prova per Valentina Parisi ed anche per Michela Licciardello, che hanno entrambe ben figurato; la prima per le indubbie doti offensive, la seconda per la volontà espressa in campo nonostante l’esordio in B1. 7 nomi contro i 15 – 16 iniziali, sorge spontaneo chiedersi cosa davvero sia andato storto quest’anno: il gruppo, lo staff tecnico, la dirigenza? Di certo la risposta a questa domanda non è univoca.

Questi in ogni caso i frutti apparenti del primo anno di fusione Rainbow-Lazur. Un progetto che certamente è servito a comprendere quanto sia fondamentale per un gruppo remare tutti, allo stesso modo e dalla stessa parte per portare in porto gli obiettivi stagionali prefissati. “L’unione fa la forza”, ma chi ha capito realmente ciò che queste parole significano?

Chiara Borzì

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