DNA – Peppe Anello e Agrigento: «Voglio confermarmi»

Palermo, 25 lug. – Un professionista serio si vede dalle piccole cose, innanzi tutto dall’atteggiamento: umiltà e serietà sono i due punti di forza del playmaker palermitano Giuseppe Anello, che da sette anni difende la maglia della Fortitudo Agrigento. Classe 1988, Anello sbarca a ridosso della Valle dei Templi il primo anno di C Dilettanti, quando in panchina siede coach Loi. Prima il settore giovanile nell’Happy Basket di Sergio Sparacio, poi la gavetta in C2 con Uditore e Asdo Palermo, guidato in panchina da Federico Ielo e Maurizio Giordano. Con il sodalizio del presidente Moncada conquista tre promozioni ed una Coppa Italia di DNB, diventando una pietra miliare di un club ambizioso quale quello agrigentino.

 

anello festeggia promozione fonte fortitudosito 001Una stagione sempre da protagonisti quest’ultima. Come l’hai vissuta?
“E’ stato un campionato difficile e faticoso, essere favoriti non sempre è facile perché non è questa la parola magica che ti fa vincere i campionati. Il successo stato sudato ma meritato, le chiavi sono state la solidità del gruppo e la professionalità dei singoli”.

 

In questa stagione, almeno all’inizio, hai giocato un po’ meno di quanto si potesse aspettare. Lo hai sofferto?
“Eravamo una squadre con otto giocatori veri di grandi qualità. La cosa più importante non erano i minuti giocati ma creare un equilibrio, che è stato quello che è stato. Non mi sento un ragazzino di 18 anni che deve dimostrare, semmai voglio confermare le mie qualità. Il rapporto con Ciani è sempre stato ottimo e leale, con fiducia reciproca”.

 

A proposito di allenatori, ne hai avuti diversi durante la tua carriera. Quale ti ha lasciato di più?
“Luca Corpaci mi ha forgiato, facendo crescere la mia consapevolezza e migliorando la mia comprensione del gioco nelle letture. Mi ha lasciato certamente tanto. Devo dire però che anche Ciani mi ha dato tanto e fatto crescere”.

 

Le tossine della retrocessione in DNB di due stagioni fa sono state solo negative o ti hanno dato ulteriori stimoli?
“Sono poche le cose positive che rimangono di una stagione come quella. Certamente dagli errori si migliora, e si impara a non mollare mai un attimo. Bisogna rimanere sempre concentrati senza abbassare mai la guardia”.

 

Durante questi anni hai mai pensato a fare un’esperienza fuori dalla Sicilia?
“La curiosità devo dire che c’è stata, ma mi sono sempre trovato benissimo ad Agrigento e sono contento di essere rimasto. A fine di ogni stagione, anche quando non avevo il contratto sapevo già di voler restare, per cui in realtà non ci sono state mai occasioni concrete di andare fuori. Tra l’altro la regola dell’under fidelizzato in DNA rende più semplice la mia permanenza ad Agrigento”.

 

Rimarrai ad Agrigento anche il prossimo anno?
“Non ho ancora firmato, ma penso di si.”

 

Qual è dunque il tuo obiettivo per la prossima stagione?
“Voglio continuare a confermarmi a questo livello, dopo due stagioni non brillantissime in DNA in cui non sono andato benissimo. E poi come squadra raggiungere gli obiettivi prefissati. Vorrei poi continuare a migliorare, in particolare nel capire sempre prima le situazioni di gioco, crescendo nella leadership”.

 

Ti abbiamo incontrato allo Stadio delle Palme, storico playground palermitano. Nei tuoi primi anni quanto è stato importante il campetto?
“Sicuramente lo è stato, perché forgia non solo tecnicamente e tatticamente ma nel confrontarti con giocatori più esperti, ti aiuta a essere più duro e umile. Questo sicuramente.”

 

 

 (nella foto i festeggiamenti di Anello dopo la promozione)



Carlo Passarello
carlo.passarello@realbasketsicilia.it
Twitter @carlopassarello

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