Formica, Cicero dice la sua

Una storia che inizia già a marzo… Formica: «Trattata come un’estranea»… Cicero: «Il trasferimento è stato richiesto una settimana fa»… In attesa dell’accordo…

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A settembre SuperBasket l’aveva messa tra le tre giovani più interessanti tra quelle acquistate dalla società di Serie A1: «il club ha ingaggiato la madre, l’ex giocatrice Aleksandrova – si leggeva –, come responsabile della foresteria… Ed è quasi certo che alla fine Formica sarà alle dipendenze di Michelini». Il passaggio di Alessandra dalla Lazùr al Basket Parma, però, non si è mai concretizzato.

Su questa trattativa è sceso il silenzio. A fine ottobre, sempre SuperBasket ci aggiorna: «In settimana – scrive Roberto Lurisi – è stato rigettato per la seconda volta dalla FIP il trasferimento d’ufficio di Alessandra Formica da Catania a Parma ed ora è possibile, ma certamente non ancora definito, un terzo atto all’arbitrato del Coni che allungherà i tempi». È passato più di un mese da quelle righe. Intanto, è nato un gruppo su Facebook e sempre Lurisi le ha dedicato un articolo sulla “Gazzetta di Parma”.

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NAZIONALE. Alessandra Formica, pivot ex Lazùr nata ad Augusta, Nazionale U16 [Basket Catanese].

«Non capisco perché mi impediscano di giocare al di fuori della società Lazur – ha dichiarato Alessandra al quotidiano emiliano –. E soprattutto non capisco perché vorrebbero impedirmi di restare con mia madre che lavora a Parma e quindi fare la cosa che mi piace di più, qui a Parma e al suo fianco. Posso capire gli interessi di Catania, madopo 8 anni trascorsi là, mi aspettavo un po’ più di riconoscenza. Invece sono stata trattata come un’estranea e all’atto pratico sono l’unica che sta subendo dei danni, anche nell’ottica della Nazionale a cui tengo tantissimo».

Manca un passaggio, però. Cosa dice la controparte, rappresentata dal presidente della Lazùr Federico Cicero?
«Il cartellino ci è stato richiesto una settimana fa, nessuna società prima si era mai esplicitata per averlo. La ragazza doveva allenarsi da noi, ma non l’ha mai fatto dopo la fine del campionato. Si è trasferita a Parma con la mamma, in maniera fittizia perché la madre è andata lì per fare un mestiere non idoneo alle sue capacità. Poi è stata fatta una richiesta di trasferimento secondo le regole della FIP e la federazione ha reputato in primo e secondo grado che non c’erano i requisiti per richiederlo».

Quindi la storia va avanti da un po’.
«Sì, SuperBasket già a marzo la dava come una giocatrice di Parma. Se una rivista specializzata dice che è già ceduta mentre ancora è della Lazùr mi pare strano… Mai la società di Parma ha chiesto un trasferimento, né in prestito né a titolo definitivo. La settimana scorsa è arrivato un fax, dopo che hanno perso i due gradi di giudizio, e hanno chiesto il trasferimento. Io non posso concederlo senza una società che lo richiede».

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PRESIDENTE. Federico Cicero, presidente della Lazùr, nelle vesti di medico della Rainbow [Basket Catanese].

L’ha chiesto la madre, allora.
«Sì, ma il trasferimento si dà alla società, non alla madre. Secondo le regole attuali il detentore del cartellino è la società, non i genitori. Il discorso è semplice, non vedo nulla di strano e nulla di più: la ragazza non può giocare dove vuole, ma solo se la società la richiede e c’è l’accordo».

Cosa farete quindi?
«Dipende dalla società. Per me può andare in prestito, anche gratuito. Non ho alcuna difficoltà. I genitori però hanno intendimenti diversi, soprattutto la madre. La ragazza doveva andare a giocare al College Italia e se non c’è andata un motivo c’è. È un incarico di prestigio che chiunque vorrebbe avere, se la madre non ha voluto mandarla è un problema suo personale. Al di là di questo, quando ci sarà l’accordo se la ragazza vuole andare a Parma non c’è alcun problema, tratteremo con loro. E comunque vorrei puntualizzare che è falso che il padre ha dato l’autorizzazione al trasferimento, mai c’è stata la sua firma sul cartellino. Quando tutto sarà fatto secondo le regole non ci sarà alcun ostacolo perché lei si trasferisca».

La lascereste andare anche a titolo definitivo?
«
Sì, se ci sono le condizioni sì. Non posso costringere nessuno a giocare qui. Diverse mie ragazze giocano in prestito a titolo gratuito a Bologna perché studiano lì. L’obiettivo fondamentale è far giocare le ragazze, non si può fermare una giocatrice perché ci sono dei disaccordi, bisogna trovare una soluzione e non cercare strade non idonee e scorrette, approfittando di regolamenti federali. Alla fine, sono proprio i regolamenti che ci hanno dato ragione, non perché sono mafioso, come qualcuno ha scritto; purtroppo quando in Sicilia qualcosa non va si pensa subito alla mafia…»

Intanto, la pivot che quest’estate ha disputato gli Europei di Napoli con l’Under-16 è ancora ferma. Con la conclusione dei gradi di giudizio e la richiesta ufficiale del Basket Parma, la situazione dovrebbe sbloccarsi, sperando che il buon senso caratterizzi la trattativa tra le due società.

Roberto Quartarone

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